HomeCulturaSalento a pArte: Oronzo Consalvo

Salento a pArte: Oronzo Consalvo

di Caterina Rizzelli

Oronzo Consalvo, nasce a San Pietro Vernotico dove vive e realizza le sue opere.

La formazione artistica è tutta incentrata sulla pittura. Studia a Lecce conseguendo, prima, il diploma di maturità artistica e, dopo, il diploma dell’Accademia di Belle Arti in decorazione pittorica.

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Si specializza in restauro, mosaico e grafica pubblicitaria. Consegue le abilitazioni all’insegnamento in disegno e storia dell’arte e discipline pittoriche.

Le opere, nel corso degli anni, sono state esposte in numerosissime mostre personali e collettive. Partecipa assiduamente a svariate iniziative artistiche e culturali sia nazionali che internazionali.

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La formazione avviene, presso l’Accademia di Belle Arti di Lecce, sotto la guida dei grandi maestri Raffaele Spizzico e con l’influenza dominante del grande Fernando Lomascolo.

Tra i premi e le menzioni, resta particolarmente impressa la segnalazione di merito ricevuta nel corso della “Quadriennale delle giovani tendenze” tenutasi, nel gennaio del 1975, nel Palazzo delle Esposizioni in Via XX Settembre a Roma; il terzo premio per l’inaugurazione della Basilica di San Domenico Savio a Lecce; le sensazioni e le emozioni provocate dall’opera evocatrice “Partenze e Ritorni” nell’esposizione di Dicembre 2017 al Convento dei Domenicani e nell’ agosto 2018 al Palazzo del Principe di Muro Leccese.

Tre dipinti sono esposti negli appartamenti dell’Ambasciata Italiana in Egitto ma è possibile ammirare la sua arte pittorica anche nella galleria permanente dell’Accademia di Belle Arti di Lecce.

Gli aspetti formali, del suo realismo pittorico, non sono scontati.

Nella costruzione stilistica, le cifre, si ripuliscono di aspetti accademici per assumere, poi, note del tutto personali.

La scrittura pittorica nasce, paradossalmente, da cifre segniche di sintesi per poi articolarsi, nel tempo, in aspetti compositivi che fanno pensare ad un neorealismo scaturito dall’influenza della sua terra d’origine.

E noi l’abbiamo intervistato.

Il realismo e il meridione nelle sue opere, cosa vogliono trasmettere?

Le mie opere rispecchiano l’esigenza di ristabilire, all’interno del linguaggio artistico, l’ordine dei contenuti e la chiarezza delle forme.

Alla base della produzione opera c’è, infatti, la volontà di inserirsi, positivamente, nel mondo della realtà; il tentativo di entrare in intima e profonda comunione con essa. Una realtà costituita dalle cose e dalle persone che popolano la nostra memoria e che si agitano rimescolando i ricordi dell’infanzia e dell’adolescenza.

Che tipo di realtà?

Una realtà fantastica, sottratta all’oblio ed alla rimozione, attraverso l’eloquenza delle immagini prospetticamente elaborate e l’incisività delle linee affioranti dal colore con nitida determinazione.

Parliamo di verità oniriche?

Assolutamente sì!, ovvero convivenza del passato col presente.

La bidimensionalità diviene di fatto una porta spazio-temporale che offre l’occasione e forse l’ultima possibilità di apprendere definitivamente chi siamo e cosa significa abitare queste terre.

Tutto questo senza traumi, senza slogan…. Solo con la ricerca e la costruzione della bellezza.

Che sensazioni provi nel dipingere?

Quando esco da quella condizione inconscia, mi sveglio, apro gli occhi ed ho la consapevolezza di osservare la natura, la gente, i colori, la luce.

Ascolto il vento, i suoni, i rumori.

Ho caldo, poi freddo. Mi accorgo, sino a sentirla dentro, della vita che  mi circonda.

La gioia mi assale. Ed è allora che il mio io artista crea.

Questa è, per me,  la felicità. Esprimere, su tela, le emozioni che tutta la bellezza del Creato  suscita.

Come nasce l’opera?

Costantemente, nell’arco dell’intera giornata, la mia mente è in attività:

  • Elabora attraverso l’osservazione di ciò che mi circonda, l’analisi dei ricordi e la composizione della scena.
  • Poi disegno i pensieri su tela che preparo adattandola alle mie esigenze pittoriche cercando di imprimere tutte quelle minuziosità espressive che la mente ha elaborato.
  • Successivamente dipingo dando luce e colore ai soggetti e agli oggetti cercando di cogliere il movimento di quell’attimo rappresentato.

Ad ammirare le sue opere, si avverte che l’intimità del rapporto  con la realtà è data non solo dall’introspezione psicologica, sempre vigile e attenta, ma anche e soprattutto dall’atmosfera familiare e domestica che l’artista riesce ad evocare e dalla quale i personaggi sembrano uscire come per incanto.

I personaggi, redivivi, parlano attraverso la drammaticità sconcertante dei loro volti violentemente graffiati dalle rughe e attraverso il cupo spessore delle palpebre semichiuse che imprigionano lo sguardo e catturano la luce del sole in una interiorità misteriosa.

E’ come se i soggetti, col loro muto linguaggio, ci rendano partecipi di una sapienza antica, di una remota dimestichezza con le forze primigenie della natura che, con i suoi arcani consigli, ritualizza l’esistenza quotidiana onde garantire l’efficacia dello stesso intervento umano sulla realtà.

La pittura è descrittiva, quasi narrativa.

“Essa ci racconta una storia tra le tante, una vicenda che non ha la pretesa di essere esaustiva ma che si impone, ugualmente, all’attenzione dello spettatore, grazie alla sua stregoneria evocatrice, a quella completezza formale e a quell’equilibrio strutturale che soltanto la rappresentazione delle cose concrete ci può assicurare, mettendoci al riparo da tutte le sregolatezze, dei velleitarismi sterili dello sperimentalismo fine a se stesso, e dell’ermetismo di maniera”, afferma Consalvo, che aggiunge “Il realismo sfugge, si sa, alle suggestioni dell’annientamento semantico ed ha, come obiettivo, la realtà saldamente ancorata ai fatti e tutto ciò per sua intrinseca natura. Ma i <fatti>, delle mie opere, non sono puri e semplici fatti; perdono, nell’intensità emotiva e nella commozione lirica del discorso, la loro immediatezza oggettiva e trovano accenti di alta e umana poesia”.

 

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