TAVIANO (Lecce) – L’ orrore delle Foibe, cavità carsiche in cui furono gettati, spesso ancora vivi, migliaia di italiani autoctoni della Venezia Giulia, del Quarnaro e della Dalmazia da parte dei partigiani iugoslavi e dell’ OZNA; circa 7500, secondo l’elenco che nel dicembre del ’45 fornì lo stesso Alcide De Gasperi agli Alleati.
A tale massacro seguì un esodo di massa di migliaia e migliaia di italiani da quelle terre. Una pagina di storia per troppo tempo coperta dalla polvere dell’oblio o dell’indifferenza, tanto da dover attendere il 30 marzo del 2004 perché venisse istituito il Giorno del Ricordo, fissato per il 10 febbraio, che restituisse quell’ ‘immane tragedia alla dignità di una doverosa commemorazione. Il 10 febbraio del 1947 infatti furono firmati i trattati di Pace di Parigi che posero fine a quella carneficina che nelle terre istriane perdurava sin dall’ 8 settembre del ’43.
E la città di Taviano, che nelle Foibe ha perso due concittadini, la cui vivacità culturale è saldamente ancorata alla memoria degli eventi storici che hanno plasmato l’identità civile della Nazione, commemora anche quest’anno quell’eccidio, venerdì 10 febbraio alle ore 18 nel Palazzo Marchesale, dove ai saluti istituzionali del Sindaco Giuseppe Tanisi, e alla testimonianza dalla Foiba di Basovizza da parte del già dirigente scolastico Prof. Mario Biagio Portaccio, seguiranno gli interventi di Antonio Cardigliano, storico e dell’ On. Andrea Caroppo, già consigliere regionale ed eurodeputato, neoeletto parlamentare della Repubblica. A moderare l’incontro sarà la Presidente del Consiglio Comunale Antonella Previtero secondo la quale “così come deprecabili restano le leggi razziali e l’ Olocausto come le più immani sciagure del Novecento, altrettanto deprecabile resta una simile tragedia che, come già affermato dallo stesso Presidente Sergio Mattarella, non può non colpire e interpellare vieppiù le nostra coscienza. Si tratta di aberrazioni, ed è già un eufemismo definirle tali, di regimi totalitari che hanno vergato la pagina più buia della storia dell’umanità”. Dello stesso tenore la riflessione del primo cittadino Giuseppe Tanisi, per il quale “un popolo senza memoria non può avere futuro, e la memoria necessita di essere integrale, specie dinanzi alle tragedie del ‘secolo breve’ che cronologicamente sentiamo a noi più prossime; nel caso specifico si tratta non soltanto di militari, ma anche di migliaia di civili inermi che hanno pagato con l’estremo sacrificio la loro appartenenza al popolo italiano e alla nostra stessa identità nazionale. Una pagina di storia, e di inaudite violenze, di fronte alla quale già il nostro Alcide De Gasperi lamentava all’ epoca’ l’ insofferenza di assistervi passivamente ‘ e che noi oggi non possiamo esimerci dal commemorare. Talune amnesie civili non sarebbero più giustificabili né tollerabili”. Nel corso della serata di venerdì 10 febbraio inoltre vi saranno, come intermezzo, inserti teatrali a cura di Flavio e Chiara Corina dell’ associazione Neroghí, compagnia stabile del teatro di Taviano, impegnata e molto attiva, in questi anni, a far conoscere tali atrocità, di un significativo scorcio di secolo da poco conclusosi, in tutta la provincia attraverso lo spettacolo ’18’ ispirato al musical ‘ Magazzino 18 ‘ di Simone Cristicchi, allo scopo di suscitare su quelle vicende delle riflessioni. Una narrazione teatrale funzionale, come spiega lo stesso Flavio Corina, ” a rendere vivi quei sentimenti degli esuli strappati alle loro terre, alle loro radici, ai loro affetti, e a rievocare altresì lo strazio di tanti nostri fratelli caduti per la sola colpa di essere italiani. Testi intrisi di pathos che, nel sottrarre alla dimenticanza un così triste passato, contribuisca altresì a riconciliarci con esso “.