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Picchiava i figli piccoli con una scopa minacciandoli di morte se raccontavano qualcosa: indagata dipendente Asl

SALENTO – Picchiava i tre figli minorenni con una scopa minacciandoli di ucciderli se avessero confidato a qualcuno le violenze. E invece quegli abusi sono comunque arrivati all’orecchio del padre della vittime che ha raccolto le loro confidenze mettendo così in moto l’indagine contro la moglie con una denuncia presentata in caserma dall’avvocato Gianluca Ciardo. Una donna, residente in un comune del Salento, al di là di ogni sospetto se si considera la professione che svolge da anni: dipendente dell’Asl nonostante in casa, per mesi, si fosse trasformata in una mamma violenta e autoritaria lasciando che i tre figli vivessero in condizioni di vita penose.

Li picchiava ripetutamente per i motivi più banali a volte con una scopa, in altre a mani nude sulla faccia, sulla schiena e sulle braccia. Violenze fisiche e psicologiche secondo quanto ricostruito dalla pm Erika Masetti che, nel corso delle indagini, ha poi disposto l’ascolto protetto dei ragazzi che, davanti al gip Marcello Rizzo, hanno confermato i maltrattamenti. In alcuni casi, questa donna offendeva i figli definendoli “mostri peggio degli animali” minacciandoli di picchiarli, o di ucciderli nel caso avessero confidato ad altri gli abusi.

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La donna è stata così raggiunta da un avviso di conclusione delle indagini preliminari in cui oltre al reato di maltrattamenti in famiglia aggravati si ipotizza anche quello di violazione dei provvedimenti di allontanamento dalla casa familiare dopo una misura notificata alla donna il 16 luglio del 2022 dal gip del Tribunale di Lecce. Nonostante tali divieti, la donna avrebbe violato più e più volte gli obblighi ed i divieti appostandosi con la propria autovettura nei pressi dell’abitazione in cui vivevano i figli minori; in concomitanza degli orari di ingresso e di uscita da scuola transitava nei pressi della residenza della nonna paterna dei minori; il 24 settembre del 2022, poi, avrebbe effettuato una chiamata sul telefonino della figlia.

Atteggiamenti che di fatto avevano convinto la pm a chiedere un inasprimento della misura con i domiciliari poi alleggerita con l’applicazione del braccialetto elettronico. Ovviamente il fronte delle accuse potrà essere ribaltato nelle prossime settimane quando la dipendente Asl, difesa dagli avvocati Giuseppe e Gabriele Presicce, potrà chiedere di essere interrogata o produrre memorie difensive.

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