GALATONE (Lecce) – Processo sprint per i presunti responsabili dell’aggressione ai danni di un ragazzo di 17 anni all’interno del pub “Birreria Negro”, a Galatone, il 6 gennaio scorso. Il giudice per le indagini preliminari Alcide Maritati ha emesso un decreto di giudizio immediato, bypassando, l’udienza preliminare, a carico di Mattia Marzano, 31 anni; Andrea Calamaio, di 48; Giacomo Migliaccio, di 33 e Giuseppe Mele, 53, tutti di Galatone, eccezion fatta per il quarto soggetto residente a Sannicola. Per tutti l’accusa è di tentato omicidio aggravato dai futili motivi perché, come si ricorderà, l’aggressione venne innescata da uno sguardo di troppo della vittima alla ragazza di uno dei quattro.
L’esatta qualificazione giuridica del reato è finita al vaglio della Cassazione a cui si è rivolto uno dei neo imputati. Le difese hanno sempre chiesto una derubricazione dell’accusa in lesioni personali gravissime, ricorso già presentato davanti al Tribunale del Riesame che ha confermato l’iniziale imputazione dalla quale i presunti aggressori dovrebbero difendersi dal 5 aprile prossimo davanti ai giudici della prima sezione penale. In tre, ad esclusione di Mele, hanno comunque avanzato istanza di rito abbreviato.
Calci e pugni prima all’interno del bar e poi all’esterno, la sera dell’Epifania, ricostruirono gli agenti di polizia del Commissariato di Nardò coordinati dalla pm Maria Vallefuoco. La vittima riuscì ad allontanarsi a piedi ma venne raggiunta dal branco che, in auto, inseguì il minore con l’intento di proseguire nella spedizione punitiva. Solo quando il 17enne arrivò nelle vicinanze della caserma dei carabinieri, gli aggressori si dileguarono. Nel frattempo nei pressi del bar piombarono i poliziotti. Raccolte le prime testimonianze, gli agenti avviarono le ricerche dei componenti del branco. Per strada incrociarono un’auto in cui sedeva la vittima del pestaggio. Si trovava con i suoi genitori. Aveva ferite ovunque e perdeva sangue. Subito fu trasportato con un’ambulanza presso il pronto soccorso dell’ospedale di Gallipoli dove i medici gli refertarono vari traumi guaribili in un mesetto (ferite agli occhi e agli zigomi e frattura delle ossa del naso).
Le sue dichiarazioni incrociate con quelle dei testimoni nel bar (poi chiuso temporaneamente con un provvedimento del questore Andrea Valentino) chiusero il cerchio su Mattia Marzano, ritenuto l’autore materiale del pestaggio. Nei giorni successivi, gli investigatori arrestarono anche gli altri componenti del branco, tutti ai domiciliari. Nell’abitazione di Calamaio, nel corso delle operazioni di polizia, venne ritrovata una pistola marca Tanfoglio, calibro 9×21 con matricola abrasa, corredata da 10 cartucce dello stesso calibro. Il collegio difensivo è composto dagli avvocati Ladislao Massari, Roberto De Mitri Aymone e Antonio Palma.