SALENTO – Sorprende la convivente sul divano di casa in compagnia di un amico del cuore e ferisce la donna con calci e pugni. Per la giudice, però, non fu reato. “Una sola ecchimosi per giunta al braccio come riportato in foto e nel referto medico – si legge nelle motivazioni – poteva derivare da mille ragioni ed anche da un semplice involontario strattonamento e comunque lungi dall’integrare una forma di aggressione fisica”. Un travaso di bile sì ma giustificato, quindi. Per questo, un 28enne residente in un comune salentino è stato assolto dai reati di maltrattamenti in famiglia e lesioni personali aggravate perché il fatto non sussiste.
Eppure l’episodio sembrava essere stato cristallizzato in tutta la sua gravità: risale a pochi mesi fa, al 5 gennaio del 2023. Quel giorno il giovane, rientrato in casa, trova la compagna e il suo miglior amico sul divano in atteggiamenti che non lasciano molto spazio all’immaginazione. L’uomo va su tutte le furie e si scaglia contro la convivente, ferendola sulle braccia. Ecchimosi refertate in pronto soccorso tre giorni dopo aver presentato denuncia assistita dall’avvocato Walter Gravante. La giudice parla di “una reazione poco garbata del marito nell’unico evento che pare essere stato ricordato quando egli trovò la signora in casa, una reazione probabilmente sopra le righe ma che si spiega nel contesto di degrado in cui i fatti sono maturati”.
E di episodi di aggressioni, insulti e minacce (ti lancio l’acido addosso) negli anni la donna ne avrebbe dovuti subire tanti così che la convivenza, ad un certo punto, sarebbe diventata insostenibile. Lo raccontò ai carabinieri dopo l’ultima aggressione, quella del 5 gennaio quando formalizzò una denuncia poi ritirata perché “si trattava del padre di suo figlio,
erano genitori giovani e lei non voleva fare del male a nessuno, né voleva il
suo denaro, perché le bastava suo figlio”.
Il Tribunale, ad ogni modo, non ha creduto alle sue parole. “Sono numerose le discrepanze che la dichiarazione della persona offesa presenta come evidenziato: le aggressioni alle quali la stessa fa riferimento sostenendo di non ricordare in dettaglio per la datazione nel tempo dei fatti restano nell’alveo dell’assoluta genericità innanzitutto perché i fatti non sono affatto risalenti ed in secondo luogo perché episodi di maltrattamenti tali da indurre a rivolgersi ai carabinieri devono restare impressi almeno con riguardo con ciò che ha fatto più male”. Per di più la donna rifiutò di recarsi nell’appartamento protetto offertole dal centro antiviolenza per non allontanarsi dal proprio compagno “cosa – a parere della giudice – alquanto singolare per chi viva un’emergenza quotidiana a causa di vessazioni psicofisiche subite”.
E allora perché denunciare fatti mai accaduti? Nelle motivazioni si legge che “tutti questi elementi inducono a dubitare fortemente della persona offesa e fanno ritenere che la stessa possa aver vissuto un clima di tensione in famiglia a causa del nuovo interesse per un altro uomo con il quale ha poi concretizzato una diversa esperienza di vita. E che la denuncia sia stata cagionata da un moto nervoso verso il precedente marito che era un chiaro ostacolo alla nuova relazione”. E l’uomo tradito è stato assolto così come avevano richiesto gli avvocati Ada Alibrando e Valeria Caroli che hanno visto così accolte le proprie tesi.