Oggi pomeriggio, in Lecce, i Carabinieri hanno festeggiato la ricorrenza della Virgo Fidelis, la celeste Patrona dell’Arma, nel 69° Anniversario della Battaglia di Culqualber e della “Giornata dell’Orfano”.
La Santa Messa è stata officiata da S.E. Mons. Domenico D’Ambrosio, Arcivescovo di Lecce. L’Alto Prelato, durante l’omelia, ha sottolineato l’impegno quotidiano dei Carabinieri per garantire l’ordine pubblico e la sicurezza dei cittadini.
Alla solenne cerimonia, oltre ai Carabinieri in servizio ed in congedo, erano presenti alcuni Carabinieri della Rappresentanza militare del COBAR.
La scelta della “Virgo Fidelis” quale Patrona dell’Arma, il cui culto è iniziato dopo l’ultimo conflitto mondiale, è ispirata alla fedeltà che, come per ogni soldato al servizio della Patria, caratterizza e segna in particolare l’Arma dei Carabinieri il cui motto è: “Nei secoli fedele”. Creato nel 1914, in occasione del primo centenario della fondazione del Corpo, dal capitano Cenisio Fusi per la medaglia commemorativa dell’evento, questo motto ha accompagnato l’Istituzione sino ai giorni nostri.
Al termine della funzione il Comandante Provinciale di Lecce Col. Maurizio Ferla ha ringraziato S.E. Mons. Domenico D’Ambrosio e tutti i presenti. Dopo aver ricordato la tragedia di Nassiriya (il 12 novembre si è celebrato il 6^ anniversario) che spezzò le vite di 12 carabinieri, 5 militari dell’Esercito e 2 civili, ha sottolineato l’impegno della Benemerita per “la Giornata dell’Orfano” che, istituita nel 1996, rappresenta per l’Istituzione un’occasione per far sentire la tangibile vicinanza dell’Arma alle famiglie dei colleghi vittime del dovere.
Particolarmente commovente e ricca di significato la premiazione di quest’anno. Il premio “Buon profitto” è andato a Vincenzo CIRIOLO, figlio di Carabiniere caduto nell’adempimento del dovere.
La “Giornata dell’orfano” è una delle testimonianze dell’attaccamento dell’Arma ai valori della famiglia e della solidarietà. Ogni anno infatti, questo evento è l’occasione per l’Arma di riunire a sé tutti i figli dei commilitoni scomparsi che, insieme alle loro mamme, possono rivedere i luoghi in cui operavano i loro Papà e Mariti, incontrando i colleghi dei loro congiunti.