”Martedi’ prossimo la riforma dell’universita’ sara’ approvata ed e’ una delle cose migliori di questa legislatura”’. Lo ha detto il presidente della Camera, Gianfranco Fini, intrattenendosi a discutere della riforma con alcuni professori, a conclusione di un incontro tenuto all’universita’ di Lecce con il Consiglio d’amministrazione ed il Senato accademico.
”Puo’ anche non piacere un certo impianto della riforma, ma tentare di bloccarla avendo come certezza che rimarrebbe tutto cosi’ com’e’, significherebbe fare il piu’ clamoroso errore che si puo’ fare per garantire il futuro dei nostri figli”. Ha continuato il presidente della Camera, Gianfranco Fini.
”Bloccare questa riforma – ha ribadito – sarebbe un clamoroso errore e chi protesta deve anche porsi il problema del perche’ c’e’ in Italia un cosi’ alto numero di disoccupati laureati”. ”C’e’ un problema di oggettiva qualita’ dei titoli di studio – ha concluso – e di collegamento delle universita’ con le realta’ economiche”. Fini ha anche fatto riferimento all’eccessivo numero di universita’ e poli didattici che, ha detto ”sono 322 in un Paese con 104 province: e poi si dice che i costi dell’universita’ non possono essere compressi”.
L’uscita dall’universita’ di Fini e’ stata accompagnata dagli slogan di protesta contro la riforma da parte di alcune decine di studenti che hanno manifestato all’esterno per tutta la durata dell’incontro.
Ma a stretto giro arriva una nota degli studenti UDU di Lecce: “Comprendendo la volontà del Magnifico Rettore nel creare un proficuo dialogo tra il mondo universitario e il mondo politico italiano, non possiamo non declamare con fermezza l’inutilità di questo incontro privato, alla luce delle dichiarazioni del Presidente Gianfranco Fini in data 26/11/2010 circa le intenzioni di voto del suo gruppo parlamentare alla camera nell’atto conclusivo della riforma universitaria. Citando letteralmente le dichiarazioni di Gianfranco Fini:
“Capiamo le proteste, che in molti casi sono dei campanelli d’allarme, ma la riforma universitaria è positiva e Fli la voterà” ;
si evince la sua corresponsabilità nella proposizione e nell’attuazione di questo scellerato Disegno di Legge che mira alla distruzione del carattere pubblico dell’accesso al sapere.
I temi da trattare sarebbero stati tanti, i fondi prosciugati per le borse di studio, la legittimità di prestiti d’onore date a società per azioni, una ricerca vincolata alle logiche del profitto dei privati (ormai di fatto possibili amministratori dell’Università), l’enorme potere conferito alle Amministrazioni universitarie e il sostanziale ridimensionamento delle rappresentanze studentesche. Rivendichiamo il grado di civiltà e di maturità delle nostre proteste che abbiamo deciso, per vostra costrizione, di portare non più in un incontro ovattato da protocolli e cortesie ma nelle piazze e nelle strade d’Italia.”