Più Lecce che Inter, e questa è già una notizia! Una bella notizia, come bello è vedere Il Lecce soggiogare per lunghi tratti del confronto il fior fiore (qualcuno escluso) del calcio europeo. Finisce in pareggio nonostante il Gigi abbia provato fin in fondo a vincere.
Ma andiamo con ordine:
Quante facce nuove al “via del mare”! Capita di incontrare gente il cui ricordo è sfuocato dal tempo e ti chiedi che cosa ci fanno qui, oggi, sugli spalti dello stadio, questi neofiti. Risposta semplice: sono qui per ammirare il nuovo tabellone luminoso che fa bella mostra di sè sulle capocce di quelli della “est”. Qualcuno è qui anche per Lecce-Inter, andiamo dunque al racconto.
Pomeriggio con attacco febrile per Munari, manco in panchina; acrobazie per il Gigi che deve comunque organizzare una squadra. Mesbah,Giaco e Vives in mezzo, confidando nei ripiegamenti dei tre davanti, Jeda, Olivera e Di Michele; rientra Brivio, la curva sud è in mano ai rumorosi innamorati dell’Inter.
E’ di tono alto l’organizzazione e l’atteggiamento dei giallorossi già in avvio, l’Inter ci si racapezza a stento, ma sfiora il gol con Pandev: Rosati chiude alla grande. La foga del Lecce cala un pochino consentendo agli increduli nerazzurri di crescere un tantino. L’uomo in viola, il signor Valeri, accusa vistosi colpi a vuoto. Lecce diligente e puntuale nell’applicare il fuorigioco, Pandev ci casca con frequenza
Il Lecce non riesce ad evitare i consueti errori di misura e di tocco nelle numerose situazioni favorevoli che organizza; si può dire che sprechi molto di quel che costruisce, ed è un vero peccato perchè con un pizzico di precisione in più sarebbe in vantaggio visto che l’Inter è quasi in bambola. Benitez ha tante ragioni per invocare dosi massive di tranquillanti: la sua Inter segnala “naufragio”.E’ in soggezione.
Stankovic e Milito per Pandev e Biabiany in avvio di ripresa cambiano la volumetria dei nerazzurri; la “capanna” del primo tempo si trasforma in “casa” nella speranza di trasformarsi ulteriormente in “palazzotto gentilizio”. Campa cavallo mio . . . .
Ofere per Jeda al 20°(il minuto può non essere esatto; il tabellone si occupa prevalentemente di consigli per la spesa, lo si potrebbe utilmente programmare meglio) e il Lecce riprende a pungere a prescindere, anche se Milito scheggia il palo e Stankovic brucia una semplicissima deviazione a tu per tu con Rosati.
Ma al 30° minuto (del mio orologio) Milito sfrutta il solito gioco di prestigio di Et’o e l’Inter passa. Rimedia immediatamente Olivera incornando su calcio d’angolo: 1-1. La voglia di tre punti che anima il Lecce non si esaurisce con il pari , ma questa volta non è scriteriata; è portata avanti con giudizio fino al fischio di chiusura e agli applausi anche di quelli che erano lì per il tabellone!
Quanto vale questo punto conquistato? Vale molto perchè conquistato contro l’Inter, vale molto perchè, sul piano della prestazione e del carattere il Lecce ha ritrovato sè stesso, vale poco se si pensa a quanto si è sprecato, ma vabene così; bravo, Lecce; domare l’Inter quandanche incerottata è sempre una bella impresa: Tutti soddisfatti dunque, sorride anche il Gigi, con buona ragione!