Lettera Aperta dei Dipendenti e Collaboratori Italgest.
Leggiamo ancora una volta sugli organi di stampa di una nota a firma del dott. Serravezza, con la quale si invita la città ad uno sciopero generale per sabato prossimo che testualmente recita: “si tratta di una grande manifestazione simbolica
nella speranza che una volta per tutte questo tipo di problema – la centrale a biomasse – venga definitivamente superato. Personalmente sto cercando di far ragionare quella parte del mondo politico e delle istituzioni probabilmente meno attrezzata a resistere alle lusinghe degli affari.”
La nota prosegue con un accorato appello al Presidente della Regione: “Confidiamo nel Presidente Vendola sperando che sia ancora sufficientemente libero da compromessi e ricatti per continuare a essere il garante di questo territorio.”
Ancora una volta il lavoro di noi dipendenti e collaboratori Italgest, con riferimento a progetti redatti nel pieno rispetto di leggi europee, nazionali e regionali – in primis del PEAR (Piano Energetico Regionale) voluto dal Presidente Vendola – è visto non come un lavoro che tende alla realizzazione di progetti per lo sviluppo di iniziative nel pieno rispetto della legalità, ma come un lavoro folle, teso alla distruzione del territorio e della salute pubblica.
Secondo tale teorema accusatorio nei nostri confronti, si cerca di far passare strumentalmente nell’opinione pubblica, come verità assoluta e indiscussa, il messaggio secondo il quale i progetti in questione siano potenzialmente devastanti per la salute e per il territorio. A nulla vale, quindi, l’espressione di decine di enti deputati al rilascio delle autorizzazioni e alla verifica della rispondenza dei progetti alle stringenti normative di legge, queste sì, a tutela della salute pubblica.
A nulla vale il rilascio di certificati verdi a garanzia della sostenibilità ambientale di tali impianti come fonte rinnovabile e di energia pulita.
E quando nel merito non si riesce a spiegare tutto ciò, come se noi dipendenti e collaboratori Italgest non vivessimo in questa città e non fossimo attenti alla salute nostra e dei nostri figli, si fa ricorso a ipotesi di ricatti e collusioni, ipotizzando persino azioni ricattatorie da parte nostra nei confronti della politica, delle istituzioni e addirittura del Presidente Vendola.
Noi abbiamo la sola “colpa” di aver lavorato per progetti nel pieno e rigoroso rispetto della legge e non crediamo giusto ricevere ogni giorno accuse più o meno velate di “servi sciocchi” o di “malaffare” o di essere la causa di catastrofi e rovine.
Stiamo perdendo il nostro posto di lavoro, non abbiamo più la possibilità di guardare al futuro, al nostro e a quello dei nostri figli a cui non potremo garantire opportunità di studio o di percorsi di vita decenti.
Facciamo un accorato appello ancora una volta, con grande umiltà e con quella dignità di lavoratori e di uomini e donne, dignità destabilizzata dai volgari attacchi di questo tipo, al Presidente Vendola, alla Vice Presidente Capone, al Presidente Gabellone, ai partiti, alle istituzioni tutte, di farsi promotori di iniziative, qualsiasi esse siano, per la salvaguardia di quelle poche possibilità di lavoro che in questo territorio, sofferente e che si sta sempre più, desertificando dal punto di vista occupazionale, possono trovare posto.
Alla città tutta e alla società civile ci permettiamo di chiedere iniziative e manifestazioni in difesa del lavoro, nostro come quello di altri che come noi rischiano di perderlo.
Grazie a tutti per quanto vorrete fare.
I Dipendenti e Collaboratori di Italgest