Le prestazioni che la squadra va fornendo da un po’ di tempo, hanno la caratteristica della colpevole spensieratezza nel non considerare il pericolo che c’è dietro l’angolo. Si balla, si ride, si gioca ma si sta lentamente affondando…
Non so se a Cagliari ci sia stata una partita di calcio o qualcos’altro, ma certamente so che c’è stata una spensieratezza, una superficialità interpretativa non certamente in linea con i doveri inerenti al professionismo. Di incontri già chiusi nel primo tempo abbondantemente e poi riaperti con risultati inimmaginabili nella ripresa, è piena la casistica dei campionati di calcio. Ma questo non assolve certamente né chi aveva la partita in pugno, né chi aveva creato le condizioni perché si andasse così pesantemente sotto. Quello che difficilmente si verifica è che sia la stessa squadra a proporre per due settimane consecutive lo stesso spartito.
Allora la domanda è d’obbligo: ma questi ci sono o ci fanno? Il Lecce inguardabile del primo tempo di Cagliari è copia conforme del Lecce del primo tempo con la Sampdoria; il Lecce del secondo tempo, giocando ovviamente con la testa sgombra dal momento che considera la partita archiviata, riesce anche a rimetterla in discussione ma il risultato, che è poi quello che conta, non cambia, 3 a 2 con la Samp e 3 a 2 con il Cagliari. In tanti diranno che, comunque, si è visto qualcosa di positivo, altri cercheranno di arrampicarsi sugli specchi invocando la sfortuna, presumo che qualche altro tirerà in mezzo l’arbitro, che personalmente ritengo abbia arbitrato bene, ma in pochi diranno che siamo ad un passo dalla retrocessione che potrà essere evitata solo se si cambia registro. Quando si verificano queste situazioni, non credo sia il caso di attaccarsi al Reginiussen assente o allo Chevanton squalificato per sua colpa, ripeto solo per sua colpa, che avrebbe risolto i nostri problemi, ma piuttosto si cerca di avere una risposta al quesito inerente alle 14 partite nelle quali sono state schierate 14 formazioni diverse; come si potrà raggiungere una identità di squadra se non si stabiliscono “chiaramente” le gerarchie che poi avranno gli onori e gli oneri di determinare il risultato?
Non mi permetto di sindacare le scelte del tecnico che, presumo, siano sempre effettuate in buona fede, ma l’esperimento Vives terzino credevo fosse stato “definitivamente” archiviato perché bocciato dal campo; questo battibeccare con alcuni giocatori non credo renda sereno l’ambiente; il fatto di vedere il tecnico assolutamente assente mentre la squadra andava alla deriva, mi crea qualche perplessità; va bene l’aplomb, il fair play e tutto quello che volete, ma perché l’agitazione ed i consigli urlati arrivano solo dopo il secondo gol? Non è che i giocatori messi in campo siano esenti da responsabilità, ne hanno e tanta!, ma forse, non hanno ancora recepito le direttive che il tecnico impartisce o non hanno acquisito le nozioni impartite durante gli allenamenti settimanali. Non è che, forse, i calciatori di categoria si contino sulle dita di una mano e che tutto il resto dello straripante organico non sia all’altezza? Allora, se così fosse, sarebbe opportuno “sfoltire” l’organico eliminando doppioni e quant’altro e creando una rosa più ristretta ma con maggior qualità. Se dopo 14 partite si realizzano 12 gol (media 0,85) e se ne subiscono 28 (media 2,33), evidentemente c’è qualcosa della quale preoccuparsi e, visti i risultati, non mi sembra che questo stia accadendo. Non mi sembra opportuno aggiungere altro, anche perché non sta a me, ed in genere a noi tifosi, trovare i rimedi dal momento che ci sono dei responsabili anche profumatamente pagati. A noi tifosi il compito di far emergere sempre lo stato di disagio che si prova dinnanzi a queste prestazioni.
Con il Genoa cosa ci auguriamo? E’ ovvio che si vinca anche con un’autorete al 95’, ma anche che si cominci ad intravedere una parvenza di squadra.
PS. Mi corre l’obbligo ricordare a cosa servono le lenzuolate o i maxi schermi o i rapporti “pepati”: Mazzoleni, dopo il naturale turno di riposo, è stato mandato ad arbitrare la Lazio e Gava, per alcuni il nostro killer, per fortuna non per la maggioranza, è stato mandato ad arbitrare senza nemmeno il previsto turno di riposo.
Vista la situazione, ritengo sia opportuno non parlare di arbitri per un po’ di tempo!