Il cammino dell’Ente idrico pugliese si concluderà mercoledì 2 febbraio. La riunione delle commissioni congiunte (seconda, quarta e quinta), presieduta da Donato Pentassuglia, ha deciso di attendere ancora una settimana i suggerimenti, contributi dell’Anci e di quanti ancora non hanno partecipato alle audizioni, “nella prossima seduta – ha assicurato Pentassuglia – il disegno di legge sarà esaminato e quindi approvato”.
Non è piaciuta al presidente del Sel, Michele Losappio, l’assenza dell’Anci, ma soprattutto non piace la circostanza che”a fronte di un governo che tempestivamente si preoccupa di mettere in campo tutte le soluzioni legislative idonee ai problemi, esiste un reticolato costituito dalla galassia delle autonomie locali che, invece funge da freno”.
L’esponente del Sel rivendica l’autonomia legislativa della Regione e soprattutto del ruolo del singolo consigliere. “Il ritardo dell’Anci non è ammissibilie – ha detto – va stigmatizzato. Un Parlamento non può essere condizionato in questo senso e questo non è il primo caso in cui si verificano episodi che ci costringono ad un avvitamento”.
L’assessore ai lavori pubblici, Fabiano Amati, ha spiegato la ratio della iniziativa del governo. “Questo nuovo ente – ha detto – rappresentativo dei comuni pugliesi per il governo pubblico dell’acqua, consente di attribuire le funzioni già esercitate dall’Ato Puglia ad un organismo agile e snello che provveda all’organizzazione, programmazione e controllo della gestione del servizio idrico integrato nell’ambito territoriale”.
L’assessore ha risposto alle perplessità del rappresentate dell’Upi, l’assessore provinciale Michele Labianca, che ha ricordato che “la legge dello Stato ha cancellato, soppresso tutti questi inutili”.
“Rivendiachiamo il ruolo delle Province – ha continuato l’assessore provinciale – la Regione non può gestire, è stravagante che si riproponga una creatura che in passato è stata cassata. Nutro dubbi di costituzionalità su questa materia”.
L’assessore Amati ha spiegato che la Puglia per una questione geomorfologica non può seguire le stesse strategie delle altre Regioni. “L’istituzione del nuovo soggetto – dice Amati – consente di adempiere gli obblighi imposti dalla normativa nazionale, rispettando nel contempo le peculiarità del sistema idrico pugliese, fortemente interconnesso, e la necessaria continuità delle funzioni svolte per conto dei Comuni, relative al controllo e al monitoraggio della gestione del servizio idrico integrato”.
In sostanza la Puglia è fatta in modo che se va via l’acqua a Manfredonia gli effetti arrivano fino a Santa Maria di leuca, ovvero se a Leuca le cose vanno bene non è detto che a Manfredonia i cittadini possano dire altrettanto. “In questo quadro il ruolo dei Comuni è comprensibilmente fondamnetale – ha concluso Amati”.