Dopo 1348 giorni, da quel giorno in cui Poli Bortone come sindaco e Perrone vicesindaco fecero il giro inaugurale del filobus, durante i quali i leccesi hanno assistito sgomenti e increduli alla deturpazione della città ingabbiata in una selva incredibile di pali e fili.
Dopo aver speso la bellezza di 23 milioni di euro, dei quali 8.8 milioni a totale carico dei contribuenti leccesi (il 2011 sarà il settimo anno in cui pagheremo con le tasse dei leccesi la rata di ammortamento e gli interessi per il prestito alla Banca Europea degli Investimenti). Dopo aver concesso proroghe su proroghe in una sorta di cantiere infinito. Dopo tutto ciò – evviva, evviva – è finalmente arrivata da Palazzo Carafa
la buona notizia: oggi è stato raggiunto un accordo con le imprese appaltatrici sulla procedure tecniche e sulle tappe per il preesercizio e l’avvio del filobus.
Prendiamo atto della notizia e ci auguriamo che sia finito il vero e proprio gioco al massacro sulla pelle della città ed il gioco cinico e spregiudicato dello scaricabarile.
Anche perché siamo convinti che in questo paese non possa continuare all’infinito il malvezzo di una classe politica che non paga mai per le proprie responsabilità, lasciando che gli unici a pagare siano sempre e solo i cittadini.
Una domanda è legittimo farsi e fare: visto che, nonostante tutte le proroghe concesse, i lavori sono terminati già a marzo 2009, con Perrone sindaco, perché si è aspettato circa 2 anni per dare attuazione agli adempimenti previsti nel capitolato? Perché Perrone non aveva ancora chiesto alle imprese, nero su bianco, di dare seguito agli impegni contrattuali così come ha fatto oggi ?
Ma accanto a questi aspetti ciò che chiediamo alla Giunta ed al Sindaco è di assumere un impegno sull’effettivo avvio del servizio, ovviamente un impegno diverso dai tanti assunti in questi anni e puntualmente rimangiati.
Perché al punto in cui siamo arrivati il bivio è netto: o siamo davvero alla fine della brutta telenovela vista in questi anni, in cui è prevalsa l’irresponsabilità e la manovra propagandistica, e si avvia l’opera oppure è bene dire con chiarezza alla città che quell’opera rimarrà la più gigantesca e costosa incompiuta della storia della città.