“La coincidenza non poteva essere più nefasta dal momento che la fine dell’inverno e l’inizio della primavera di questo 2011 mettono sul tappeto tre tematiche fondamentali per la storia e lo sviluppo del Paese che si mescolano in un cocktail istituzionale esplosivo: la dissennata vita
privata del premier e dei suoi collaboratori, l’approvazione del federalismo fiscale, i festeggiamenti per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia.” Lo comunica il presidente provinciale del Pd, Cosimo Durante.
“Non avremmo mai immaginato che queste tre situazioni diverse l’una dall’altra si intrecciassero in una trama di occasioni appositamente create per portare a termine l’immobilismo più totale.
Ogni argomento viene utilizzato solo e soltanto a guisa di veto sulle ragioni dell’altra tematica in oggetto. Viviamo giorni in cui l’approvazione del federalismo fiscale, lungi dall’essere la strategica riorganizzazione dei rapporti tra cittadini e pubblica amministrazione soprattutto per gli enti periferici dello Stato, diventa invece l’arma del ricatto per il proseguimento o meno di una legislatura che comunque vada a finire non passerà negli Annali per la sua dignità e per la sua capacità riformatrice.
“Povero sindaco” titola una felice copertina dell’Espresso, a testimonianza delle difficoltà in cui versano le amministrazioni comunali nel momento in cui tentano di far fronte alle legittime domande di servizi da parte dei contribuenti. Si, sono poveri quei sindaci che non possono dare risposte perché il nuovo Federalismo, in salsa padana, prevede sicuramente il taglio dei trasferimenti dal centro alla periferia e con ogni probabilità la doverosa imposizione di nuovi onerosi tributi da parte delle amministrazioni comunali per fronteggiare una minima erogazione di servizi al cittadino.
E quando parliamo di erogazione di servizi non ci riferiamo alle consulenze e agli incarichi “ad personam” tanto cari a questo Governo, ma ad una rete di servizi sociali utile a tutelare le esigenze dei cittadini più anziani e di quelli più giovani, oltre che delle famiglie in difficoltà.
Il Governo è assente in questo dibattito e non perché sia impegnato ad organizzare gli eventi legati al 150° anniversario dell’unità d’Italia. Alla Lega, che di unità non vuol sentir parlare non interessa questa ricorrenza. Alla Lega che preferisce, nel pubblico silenzio della nostra informazione nazionale, spostare i denari necessari alla costruzione delle infrastrutture del Meridione per investirli sulla Trieste Lubiana, tutto ciò non importa. A quale Italia unita possono essere interessati questi signori che non conoscono nulla della storia patria dal Po’ in giù?
Il loro Premier vorrebbe fare qualcosa di meglio, ma l’oggetto del ricatto e sotto gli occhi di tutti. “Noi ti difendiamo dal Rubygate, e ti sosteniamo in Parlamento, tu ci difendi dalla richiesta sempre più pressante di diritti e servizi che si alza dal Mezzogiorno d’Italia”.
Potevano essere questi giorni felici per l’Italia, giorni in cui la necessità di nuove riforme trovava terreno fertile nel sentimento nazionale. Nulla di tutto ciò: non si va né avanti ne dietro. Si rimane fermi nella palude del bunga bunga. L’unico canto che si ascolta è quello del “si salvi chi può”.