Salvatore Sanna e Michelina Polese hanno tagliato ieri a Specchia un traguardo che poche coppie possono raggiungere: 70 anni di felice matrimonio
Anche se per “nonno Salvatore e nonna Michelina” la festa con i tre figli, i sei nipoti e i due pronipoti: Mattia e Silvia, si svolgerà sabato 26 febbraio, circondati da parenti e amici e da tutta la popolazione di Specchia.
Salvatore Sanna, è nato ad Alghero, in provincia di Sassari, il 15 maggio 1912, quasi novantanovenne, è il primo di 9 figli, presumibilmente tutti deceduti, poiché non si hanno più contatti e notizie da molti anni. Ha vissuto ad Alghero facendo vari lavori, dal contadino al muratore o tutto ciò che veniva offerto all’epoca. Una volta arruolato, nel 1938 con la costituzione del Governo dello Scioà,venne inviato in Etiopia, ad Addis Abeba, dove rimase fino al 1940. Nel ’40 al ritorno dall’Africa, il 23 febbraio 1941 ad Alghero sposò Michelina, all’epoca diciottenne, adesso ottantottenne anni.
Dalla loro unione sono nati tre figli: il primo, Giovanni, nato ad Alghero nel 1942, emigrò giovane in Germania, si sposò ed ebbe due figli, dai nomi: Michelina e Salvatore come i nonni, attualmente vive e risiede in Germania. La seconda figlia di Salvatore e Michelina, Anna, nata ad Alghero nel 1951, sempre in cerca di lavoro, si trasferisce a Torino, dove in seguito fa trasferire tutta la famiglia d’origine. Si sposa a Torino nel 1971 con Tommaso Antonazzo, originario di Specchia emigrato per lavoro, e in seguito si spostano per lavoro prima a Gubbio e poi a Specchia. Oggi vive a Specchia con il marito, dove assistono Michelina e Salvatore che vivono con loro. Hanno due figli, Fabrizio e Federica. Franco, terzo figlio di Salvatore e Michelina, nasce ad Alghero nel 1962. Si trasferisce in Piemonte con i genitori nel 1968, dove vi era già Anna. Si sposa nel 1987 a Settimo Torinese. Adesso vive con la moglie Ornella e il figlio Gabriele, a Genova, dove sono proprietari di due supermercati.
Alla fine della guerra, una vita di sacrifici aspettava Salvatore e Michelina ad Alghero, non era facile trovare lavoro e ognuno s’inventava ciò che poteva. Salvatore, andava a raccogliere lumache nei campi, le curava, le conservava nei sacchi e quando andavano in letargo, le vendeva. Non si vendevano a peso ma a dozzine e, con la pratica, riusciva a inserire le mani nei sacchi e tirar fuori 6 lumache per ogni mano. Nel 1968, emigrano a Torino in cerca di lavoro. Trovano casa al Villaggio Olimpia, un piccolo gruppo di condomini e negozietti tra Torino e Settimo Torinese. Qui Salvatore, trova lavoro nelle acciaierie “Lucchini”, dove lavora fino all’età di 65 anni quando va in pensione. In questi anni passati nelle acciaierie, ebbe un incidente grave, quando allo scoppio di una bombola di gas, si bruciò gran parte delle gambe. Ricoverato in ospedale e curato, tornò in forma in tempi brevi.
A settembre del 1987, si sposa il figlio più piccolo, Franco e, a causa dello sfratto imposto dai proprietari dell’appartamento dove abitavano, in quanto l’avevano venduto ad altri, nel dicembre del 1987, la figlia Anna ed il marito Tommaso, invitarono Michelina e Salvatore a raggiungerli ed a stabilirsi con loro a Specchia.
Nella cittadina salentina, Salvatore, dopo qualche tempo, incontra una persona, poi deceduta, si chiamava Rocco Stefanelli. Questi vide le prime volte Salvatore, vicino la propria abitazione nei pressi del consuocero, padre di Tommaso, Giovanni Antonazzo, chiese a Tommaso chi fosse quell’uomo, perché gli sembrava di averlo già visto, si incontrarono e dopo alcune chiacchierate e ricordi, scoprirono di essersi conosciuti durante la guerra ad Addis Abeba.
A Specchia in tanti si ricordano di Salvatore come quella persona che faceva delle lunghe passeggiate. Gli piaceva passeggiare e contare i passi. Ogni volta che tornava, diceva sempre: “ ho fatto milletrecento…. passi; ho fatto millesettecento …. passi,”. Con il passare degli anni, la salute di Salvatore non gli permette più di uscire di casa e di fare quelle sue lunghe passeggiate. Ma l’abitudine gli è rimasta e passeggia in casa, intorno al tavolo, tra le stanze e sulle rampe delle scale.