Trombette, striscioni e mascherine per protestare questa mattina, sotto Palazzo Carafa a Lecce. Sono gli abitanti del comune di Lizzano, in provincia di Taranto, vessati dalla presenza di una discarica, chiamata Vergine “Mennole”, nella quale vengono smaltiti rifiuti speciali.
A pochi chilometri dalla città di Taranto infatti, vi è un’isola amministrativa, composta da diverse cave di tufi, che sono state adibite a discarica. I rifiuti speciali provenienti anche da Lecce e da tutta Italia, sono fanghi della depurazione delle acque, fanghi industriali da trattamento chimico-fisico, ceneri pesanti e scorie e conce i pellame contenenti cromo. Le esalazioni che questi rifiuti producono nella zona circostante, sono molto pericolose non solo per l’ambiente ma per l’uomo stesso. E’ acido solfidrico quello che viene generato e che a lungo andare provoca danni all’apparato respiratorio, agli occhi e al sistema nervoso.
Dal 1982, anno in cui le discariche incontrollate sono diventate autorizzate tramite un decreto legislativo che obbligava l’impermealizzazione degli impianti per evitare la contaminazione, si sono succedute per la Vergine “Mennole” una lunga serie di inchieste giudiziarie; denunce, arresti e continue indagini circa lo smaltimento dei rifiuti non hanno lasciato tregua ai cittadini di Lizzano, che ormai stanchi chiedono la chiusura della discarica.
Oggi, in particolare, è stato appurato che l’ARPA, l’ente regionale a cui compete la prevenzione dell’ambiente e che monitora l’area di Lizzano, registra la presenza continua di acido solfidrico nell’aria. La Regione Puglia aveva così imposto un blocco allo smaltimento dei rifiuti.
Ma la società Vergine, che gestisce la discarica e che ne dà il nome, ha dichiarato che le quantità di acido solfidrico non superano la soglia massima e pertanto l’impianto non deve essere chiuso. In realtà le registrazioni medie non tengono conto di picchi altissimi che si registrano soprattutto nella notte e che diventano pericolosissimi per i cittadini non solo di Lizzano ma anche di tutta la zona circostante.
I Lizzanesi che hanno istituito l’associazione per la tutela della salute e dell’ambiente “AttivaLizzano”, continuano questa battaglia da dicembre e hanno portato la protesta un po’ ovunque, per cercare di attirare l’attenzione su un problema che si trascina da troppo tempo. E a giudicare dal gran fracasso che ha riempito piazza S. Oronzo per tutta la mattinata, certamente non sono passati inosservati.