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Ero seduto sullo sgabello del Bar, volevo sorseggiare una buona birra e la chiedo al mio amico barman. Mi serve la favolosa bevanda prodotta la prima volta nel settimo millennio a.C. dai Sumeri, e gli chiedo quella che di solito è la prima domanda che poniamo ad una persona che incontriamo: “Come ti va?”.
Lui scuote la testa e risponde: “Insomma, devo lasciare l’università, l’aumento delle tasse non mi permette di continuare. Guarda sono arrabbiatissimo (per usare un eufemismo). Sono iscritto da tanti anni.. è vero… faccio due – tre esami l’anno, lavoro tutte le sere. Lavorare e studiare è dura e anche mantenersi lontano da casa non è facile. Ci sono sempre cose da pagare, l’affitto, le bollette, devo mangiare. 800 euro al mese prendo, quando va bene. L’anno scorso tra seconda e terza rata ho pagato 30 euro, quest’anno dovrei pagarne circa 1000 euro. E chi li ha? Non posso nemmeno chiederli a mia madre. Non voglio mica essere aiutato ma almeno pagare le tasse sulla base del mio reddito, o sbaglio?”
La domanda che avevo posto era una domanda di routine, la risposta invero non mi è piaciuta affatto. Il mio amico smarrito e avvilito metteva da parte il sogno di una laurea e di un futuro migliore.
Di considerazioni da fare ce ne sarebbero molte, ma sembra evidente che in questa situazione, che probabilmente sarà simile a tante altre, c’è qualcosa di sbagliato, non qualcuno.
I filtri di merito dovrebbero essere utilizzati per la valorizzazione del merito degli studenti, non per colpire i fuori corso e bloccare l’accesso all’esenzione per reddito, perché se i filtri sono utilizzati in questo modo, allora l’Udu ha perfettamente ragione, sono solamente uno strumento dell’amministrazione per fare cassa.
Una mia personale considerazione, che forse solamente qualcuno condividerà, è che studiare all’università non è solo un diritto ma un privilegio. Non è che tutti debbano tassativamente laurearsi, questo no! Questo però non implica che studiare all’università debba essere un privilegio elitario riservato al manipolo che può sostenere sforzi economici notevoli.
Mentre al momento con questo sistema di tassazione molti saranno costretti a lasciare il percorso universitario. Lasciare gli studi perché non si hanno i soldi per pagare la tasse, perché il reddito percepito dal nucleo famigliare non conta più, perché gli studenti fuoricorso devono essere tassati più degli altri perché sono considerati iscritti “inefficienti e superflui”. Non è giusto! Non è giusto mortificare la maggior parte degli studenti “multati” dall’aumento esponenziale delle tasse. Come ho detto prima, c’è qualcosa di sbagliato, non qualcuno.
Un’altra mia considerazione che ritengo un principio fondamentale, quasi un dogma, è che le tasse si devono pagare in base al reddito. È sensato e coerente che il reddito percepito dal nucleo famigliare, le condizioni economiche e patrimoniali siano gli unici criteri per stabilire i contributi universitari.
Quello che mi lascia perplesso è che solo L’Udu intende proseguire la battaglia per l’eliminazione dei filtri di merito e della riduzione dimezzata alle lauree Magistrali. Quasi l’intero mondo politico salentino, tranne rare eccezioni, è rimasto in silenzio davanti al grido d’allarme lanciato dagli studenti universitari. Sconcertato anche dai provvedimenti approvati in Commissione Tasse: “La scadenza del pagamento è prorogata al 31 Maggio”. Quando questa sera lo dirò al mio amico barman, chi sa cosa mi risponderà? Anche se vagamente la immagino la risposta…Mi chiedo solo se per il mio amico e per tutti gli altri la laurea resterà solo un sogno nel cassetto??
Dario De Carlo
Alcune testimonianze raccolte dalla collega Roberta Mazzotta all’università di Lecce:
M.B.
Io sono uno studente iscritto al secondo anno fuori corso alla Specialistica in Archeologia. Chi sente la parola “fuori corso” l’associa subito al termine “fannullone”… e invece no… spesso chi è fuori corso è obbligato a lavorare per cercare di mantenere sia i propri studi e sia il suo domicilio fuori sede, con tanti sacrifici e rinunce. Perchè a 25 anni si cerca e si vuole l’indipendenza, accettandone anche le conseguenze.
Ma questi rincari delle tasse universitarie non faranno altro che rallentare i miei studi o addirittura sospenderli, perchè l’ambizione è tanta nella vita, ma a un certo punto non si può lottare per qualcosa che non si può avere avere.
I sacrifici già ci sono, e la vita è fatta per viverla, non sempre per inseguire qualcosa.
Sperando che questa corsa alla ricerca affannosa di moneta per l’università non inizi, non mi resta altro che aspettare e vedere cosa “decidono gli altri del mio futuro” .
S.P.
Mi chiamo Sara, ho 19 anni, e frequento il primo anno della facoltà di lettere e filosofia, il mio corso è Scienze politiche e delle relazioni internazionali. La settimana scorsa ho avuto la spiacevole notizia che a causa dei tagli effettuati dal governo c’è stato un netto calo del finanziamento percepito dall’università del Salento, per questo motivo l’aumento della contribuzione da parte di noi studenti è cresciuto in modo esponenziale. A causa di tutto ciò le tasse che dovrò versare entro il mese di aprile sono state raddoppiate. Mi è stato spiegato che d’ora in poi il criterio utilizzato per il calcolo delle tasse è quello della meritocrazia, siccome il mio voto degli esami di stato è inferiore a 80, la mia somma da pagare all’università sarà uguale a quella che pagherà un altro studente che appartiene a una fascia di livello superiore. Trovo tutto ciò assurdo, non è affatto giusto che l’università debba far passare l’istruzione come qualcosa di inaccessibile.
E.P.
Sono una studentessa iscritta all’Università del Salento e cerco unaspiegazione plausibile allo scandalo di cui sono venuta a conoscenza qualche giorno fa! Ho un ISEEU di prima fascia e quindi beneficiata della totale esenzione (fino allo scorso anno), questo non perchè dichiaro il falso come molto studenti senza vergogna, ma perchè nella mia famiglia lavora solo mio padre, che mantiene 5 persone con un misero stipendio statale! caro rettore pensa per caso che sia facile? Beh ci tengo a farle sapere che non lo è! facciamo dei grandi sacrifici già x pagare la prima tassa e tutti i libri di testo necessari, si figuri se a questi si aggiungono 350 euro!!! stiamo impazzendo? Le sembra normale costringere uno studente “povero” a ritirarsi dall’università? costringerlo a non avere un futuro? Beh si, siamo tornati indietro di 50 anni, dove solo i ricchi potevano studiare e andare avanti! bene, continuiamo a mandareavanti i ricchi che dichiarano zero e possono permettersi tutto della vita, anche COMPRARE una laurea… mettiamoci nelle mani di questa gente e domani pagheremo tutti le conseguenze. Se veramente crede che accedere agli studi universitari sia un diritto di tutti ritiri questi criteri di “falso merito”. Studentessa iscritta al corso di laurea STP (Scienze e Tecniche Psicologiche).