I ragazzi dell’ Unione degli Studenti (sindacato degli studenti medi superiori) ci spiegano i motivi per cui oggi hanno deciso di scendere in piazza in difesa della costituzione: “Siamo le studentesse e studenti che da anni scendono in piazza per una nuova scuola.
Siamo gli stessi studenti a cui hanno sottratto 8 miliardi , siamo quelli studenti che ogni giorno sentono il peso di questi tagli perché frequentano una scuola sempre più vecchia e distante dalle reali esigenze. Siamo gli stessi che lottano per avere delle strutture adeguate e degne di essere chiamate tali, lottiamo perché siamo stanchi della nostra didattica vecchia cento anni, lottiamo perché vogliamo che il nostro diritto allo studio sia realmente valorizzato, lottiamo perché non vogliamo più vedere la scuola italiana agli ultimi posti delle classifiche europee.
Le recenti dichiarazioni del Presidente del consiglio ci indignano, ma non ci sorprendo più di tanto. Negli ultimi anni sia i governi di centro destra che di centro sinistra che si sono succeduti hanno fortemente danneggiato la scuola pubblica con delle pseudo riforme che sostanzialmente erano tutte uguali, fino ad arrivare alle manovre finanziare che vedono un incremento di fondi assegnati alle scuole paritarie e private a danno di quelle pubbliche. Quindi, ad indignarci ancor di più che delle parole del Premier è il fatto che i partiti si mobilitino solo dopo alcune dichiarazioni fatte e facciamo un opposizione opaca, invece, quando passano provvedimenti distruttivi per la scuola pubblica. Ad indignarci ancor di più è il fatto che in piazza sta scendendo chi nel 2008 ha votato a favore della 133 e pochi mesi fa ha votato a favore anche della riforma Gelmini.
Pertanto noi, Unione degli studenti, scenderemo in piazza sia per difendere la nostra costituzione, che per noi è la testimonianza di ciò che eravamo e di ciò che dobbiamo essere, sia per difendere la nostra scuola. non perché i partiti ci hanno chiesto di farlo o perché le ultime dichiarazioni del presidente ci spingono a farlo, ma perché vogliamo essere noi i reali protagonisti del cambiamento, vogliamo essere noi a creare un modello di scuola alternativo, che parta dal basso da chi la scuola la vive ogni giorno. A differenza delle accuse rivolteci durante l’autunno, noi scendiamo in piazza perché amiamo la nostra scuola e perché crediamo che questa sia l’unico ente formativo che possa educare ad una cittadinanza attiva.”