Il presidente della provincia di Lecce Antonio Gabellone ha presentato questa mattina l’accordo raggiunto a Roma tra le parti politiche interessate, evitando il contenzioso che si prospettava.
“Ha vinto il Salento e i cittadini salentini tutti con le diverse sensibilità” ha commentato il presidente.
L’accordo raggiunto permetterà l’impiego di fondi che si rischiava di perdere per un totale di 288milioni di euro per la realizzazione di infrastrutture necessarie alla crescita del territorio.
Attorno ad un tavolo, nel Ministero per i rapporti con le regioni, insieme al presidente della regione Puglia Vendola, e al presidente di Anas Ciucci, si è chiuso un accordo storico: il completamento della Maglie-Leuca. Il contenzioso riguardava l’ultimo tratto della SS, da San Dana a Santa Maria di Leuca perché comprendeva un tratto di strada che con la quattro corsie avrebbe deturpato il paesaggio fin’ora naturale. A preservarlo si erano mosse le associazioni ambientaliste e il centrosinistra che hanno ostacolato nel tempo tutte le possibili soluzioni.
Dal viadotto alla discussa grande rotatoria, e per evitare di perdere i fondamentali finanziamenti, si è giunti all’accordo di struttura che avranno impatto minore e delle due corsie negli ultimi sette chilometri. Fondamentali per la buona riuscita dell’accordo, per il presidente Gabellone, l’avvocato Pietro Quinto, l’onorevole Giacinto Urso e Biagio Ciardo, avendo tutti vissuto la vicenda con intensità e lottando per la buona riuscita. Resta un ultimo scoglio, le associazioni che si sono costituite in giudizio per il ricorso al provvedimento,”Italia nostra” e un gruppo di associazioni locali mentre il presidente di Federconsumatori Antonio Moscagiuri, presente in conferenza, ha ritirato ogni obiezione. “questa soluzione è una vittoria per gli ambientalisti, ha dichiarato l’avvocato Quinto, perché tiene conto del paesaggio naturale e impatta in maniera rispettosa. Se si giungesse alla vittoria di un ricorso, al contrario, sarebbe una sconfitta perché si tornerebbe al progetto originario mai impugnato”.