Questa mattina, a Polignano a Mare, ha avuto luogo una seduta congiunta di sette Consigli Comunali indetta dai Comuni rivieraschi (Polignano a Mare, Otranto, Mola di Bari, Monopoli, Fasano, Ostuni, Carovigno e Brindisi, con il commissario prefettizio) che da mesi si oppongono alle indagini finalizzate ad effettuare perforazioni petrolifere nel Mare Adriatico.
Il Sindaco Luciano Cariddi ha partecipato alla convocazione per ribadire la sua contrarietà circa la vicenda: “Per quanto riguarda la Città di Otranto, è stato rappresentato dal sottoscritto innanzitutto l’assurdo di una questione che vede i Ministri dell’Ambiente e dello Sviluppo Economico in una posizione favorevole a tali attività, contrariamente alla contrapposizione manifestata dal territorio tutto, cittadini ed istituzioni, senza distinzione di confini campanilistici o appartenenza politica. Riteniamo che i Ministri Prestigiacomo e Romani, durante il loro mandato, non abbiano voluto tener conto delle ragioni sostanziali da noi espresse. Infatti, le nostre comunità non si sono opposte a questa vicenda semplicemente per timori psicologici. Già in passato abbiamo dimostrato, per ciò che concerne il territorio otrantino, di essere comunità responsabile e matura avendo accettato che sulle nostre coste approdasse dapprima l’Elettrodotto Italia-Grecia, che giunge a Otranto, e oggi attendiamo la conclusione dell’iter procedurale del gasdotto proveniente dall’Azerbaijan. Ci sembra di aver fatto abbondantemente il nostro dovere in termini di politiche energetiche”.
”Tornando alle ragioni mostrate che ci vedono contrapposti in questa scellerata idea delle trivellazioni petrolifere”, prosegue il Sindaco Cariddi, “diciamo che è assurdo immaginare di poter impiantare piattaforme petrolifere in un bacino come il Mare Adriatico che ha quasi la natura di un lago. E’ facile pensare al disastro ecologico ed economico che scaturirebbe da un eventuale incidente già solo guardando alle esperienze recenti verificatesi nel Golfo del Messico, nel Mar Baltico e in Argentina, dove pure questi infortuni sono avvenuti in mare aperto. Siamo convinti che non sia assolutamente accettabile il benché minimo rischio di incidente su un territorio come quello pugliese, e non solo, ma anche nei Paesi che ci guardano dalla costa orientale dell’Adriatico (Croazia, Montenegro, Albania, Grecia), dato lo sviluppo economico registrato in questi anni che ha dimostrato come il turismo rappresenti uno dei settori fondamentali, e che qui da noi si basa in particolar modo sulle forti valenze paesaggistiche e ambientali che non siamo assolutamente disposti a compromettere in alcun modo”.
E conclude: “Rifiuteremo sempre ed energicamente le speculazioni che talune società petrolifere ritengono di potere attuare in quest’area anche lì dove dovessero essere azioni animate, come pure stanno sembrando di essere, da esclusive iniziative tese a far lievitare i propri titoli azionari nelle quotazioni di Borsa”.
Della medesima opinione anche Giorgio Miggiano, Presidente del Circolo Legambiente di Otranto: “Condividiamo l’iniziativa intrapresa dai sette Comuni rivieraschi, tra cui il Comune di Otranto, e ribadiamo il nostro no alle trivellazioni nel bacino del Mare Adriatico. Invitiamo tutti ad una seria presa di coscienza sul pericolo che stiamo correndo”.