La lunga odissea degli sfrattati di via Milinanni potrebbe essere a una svolta ma i proprietari della palazzina, di recente costruzione e inagibile per cedimenti strutturali, trattano con il costruttore Marti che nel frattempo ha offerto l’opera di ripristino e messa in sicurezza dello stabile
Una vicenda a dir poco paradossale quella vissuta da trenta famiglie dello stabile ubicato a Lecce tra via San Cesario e via Milinanni, il condominio Quadrifoglio. Lo scorso settembre hanno dovuto abbandonare le case acquistate recentemente e con il mutuo in corso, dopo un’ordinanza di sgombero del sindaco che ha dichiarato inagibile il palazzo. Crepe e scricchiolii vari si erano manifestati da tempo ma gli abitanti pensavano ad un assestamento della nuova struttura. Invece c’è stato un cedimento del terreno sul quale si è costruito e per il quale non c’è un responsabile. La ditta costruttrice “Marti”, interpellata, rimpalla la responsabilità all’Acquedotto pugliese e alle tubazioni fatte passare sotto lo stabile, l’ente si difende e produce una perizia non ancora resa nota che lo discolperebbe e le famiglie che pagano una casa che non possiedono sono sul piede di guerra da diversi mesi. A poco è servita la domanda di attualità presentata dal consigliere Angelamaria Spagnolo in Consiglio comunale, in cui chiedeva almeno una sistemazione in strutture ricettive o in alloggi temporanei , mentre l’onorevole Teresa Bellanova ha presentato un’interrogazione parlamentare per la richiesta di sospensione dei mutui, almeno fino a quando i legittimi proprietari non si riapproprieranno della casa.
Marti intanto, ha fatto di recente sapere attraverso il suo legale l’avvocato Fatano, di essere disposto alla ristrutturazione e messa in sicurezza dello stabile salvo il rivalersi della perizia che nel frattempo l’Acquedotto pugliese presenterà. Gli sfrattati, alla proposta hanno deliberato nell’ultima assemblea di condominio del 31 ottobre, la richiesta del progetto sugli interventi proposti, da far valutare dai tecnici competenti di loro fiducia. In attesa della risposta di Marti, nella prossima riunione del 19 novembre si potrebbe giungere ad una svolta decisiva per il futuro incerto delle trenta famiglie sfrattate