Parte da Maglie e Campi Salentina la rivoluzione della telemedicina. È in quegli ospedali, i più toccati dalle dismissioni previste dal Piano di rientro sanitario, che si avviano i percorsi della telecardiologia e della telediabetologia, due sistemi innovativi di monitoraggio on line dei pazienti, volti a favorire da un lato
la velocità delle diagnosi e dall’altro l’abbattimento dei costi della sanità. A Maglie opereranno 4 “care manager”, 7 a Campi, figure professionali che si occupano della vera e propria “presa in carico del paziente”. La telecardiologia prevede l’esecuzione di ecocardiogramma, il teleconsulto specialistico, il monitoraggio cardiaco e della pressione, senza la necessità di recarsi in ospedale, ma utilizzando apparecchi che vengono applicati al paziente. I tracciati elettrocardiografici vengono poi immediatamente inviati, attraverso la rete internet, alla centrale operativa, che a sua volta inoltra la diagnosi sul luogo in cui è presente il paziente oppure al centro ospedaliero più vicino. La telediabetologia fornisce, invece, l’automisurazione della glicemia, assistita on line, sia in emergenza, sia nella gestione quotidiana della malattia diabetica, in modo tale da stilare i “diari del glucosio”. È questo il cuore del progetto Nardino, che finora ha assistito 355 pazienti, per un volume di 10mila prestazioni al mese. “L’assistenza ai cronici oggi non si deve fare in ospedale- ha spiegato Franco Bux, direttore dell’Ares-. Vogliamo curare le cronicità a casa dei malati ed abbiamo avviato subito queste prestazioni negli ex ospedali di Maglie e Campi Salentina dove sono già decine i pazienti presi in cura. Abbiamo avuto casi di scompensati come a Melpignano dove l’intervento ha permesso di salvare vite umane. In casi come le cure dei cronici gli ospedali hanno poco senso”. “La telemedicina- ha sottolineato il presidente della Regione Nichi Vendola- non è un’ulteriore delega alla tecnologia nel compito di offrire salute ma è propedeutica ad un diverso modello organizzativo del rapporto tra domanda e offerta di salute e consente all’ammalato di non essere un tegame da riempire di farmaci o di ricette ma consente l’attivazione di un percorso in cui l’ammalato è consapevole della propria condizione di salute, momento dopo momento”.