Due gemelli poco più che trentenni, una terribile e rara malattia, la distrofia di Duchenne, che li costringe a letto attaccati ai respiratori che li tengono in vita, e due genitori, papà Antonio e mamma Adele che non sanno più come far fronte ai costi dell’energia elettrica.
Per la famiglia Quarta si apre uno spiraglio di sopravvivenza grazie a due iniziative che vengono dal nord
Succede a Merine, un piccolo centro alle porte di Lecce dove la famiglia Quarta risiede e da dove, diverso tempo addietro, sono partiti i primi accorati appelli di una famiglia allo stremo delle forze per la gestione della malattia che la affligge da anni.
Il primo aiuto concreto arriva da Milano. L’ imprenditore che gestisce la società elettrica “Esperia”, Filippo Giusto, ha offerto in questi giorni la possibilità di usufruire gratuitamente della linea elettrica. Un sospiro di sollievo per Antonio Quarta, che negli ultimi anni ha vissuto con il terrore di non poter far fronte alle spese, compromettendo la sopravvivenza dei suoi ragazzi.
C’è anche l’interessamento di un regista che ha intravisto nella storia dei gemelli Quarta la possibilità di riprodurla in un film-documentario. La troupe televisiva è attesa per la prossima settimana.
Sarebbe un ulteriore supporto economico alla famiglia di Merine, per la quale si era già mossa la provincia di Lecce. E’ di pochi giorni fa, infatti, la risposta del presidente della provincia Antonio Gabellone al consigliere di maggioranza Renato Stabile, che aveva sollevato il problema. “Per la particolarità della situazione e per la necessità da parte della famiglia di disporre costantemente di energia elettrica a costi ragionevoli l’Ente Provincia si sta adoperando nella direzione di ottenere, da un’azienda produttrice di impianti di energia alternativa, l’installazione gratuita o a prezzi molto contenuti di apparecchiature tali da consentire l’uso della strumentazione medica senza che i costi per energia incidano in maniera così pesante sul bilancio familiare” aveva dichiarato in una nota Gabellone. la soluzione più immediata resta tuttavia quella dell’imprenditore milanese.