La sua assenza era stata preannunciata al presidente della Provincia di Lecce Antonio Gabellone, ma gli operai e i sindacalisti ci avevano sperato lo stesso. Bat non si è presentata al tavolo di questa mattina, alle 11, a Palazzo Adorno.
Era stato convocato dopo il licenziamento collettivo di 22 dipendenti da parte di Hds, una delle aziende che avrebbe dovuto subentrare alla multinazionale del tabacco e traghettare verso la piena ricollocazione gli ex operai del gruppo Franci, che all’interno dello stabilimento di viale della Repubblica, a Lecce, si occupavano delle pulizie e della movimentazione. “Non ci fa assolutamente piacere che Bat non si sia presentata- commenta Gabellone- e anche per questo abbiamo deciso, d’accordo con sindacati, Confindustria e Comune di Lecce, di trasferire la questione direttamente a Roma. Lunedì partirà una mia lettera con richiesta di convocazione urgente al Ministero dello Sviluppo Economico e al Ministero del Lavoro. È lì che si deve trovare una soluzione per i 22lavoratori oggi rimasti effettivamente appiedati. Ed è quella sede che, in base agli accordi presi a dicembre 2010, è deputata per verificare tutto l’andamento della riconversione della manifattura”. Ci sono i nei che vengono a galla e non si possono più coprire. Anche oggi Hds, presente al tavolo con i suoi amministratori, ha dichiarato di non avere più le commesse inserite nel suo piano industriale, un portafoglio di 50mw di parchi fotovoltaici su cui effettuare la manutenzione, tanti quanti sarebbero stati necessari per impiegare a pieno regime tutti i propri dipendenti. Quei contratti con Beghelli, Espe e Gsf, però, sebbene sbandierati, alla fine sono risultati esistenti solo sulla carta. Commesse fasulle, quindi? “Ne prendiamo atto- dice il numero uno di Palazzo dei Celestini- e ragioneremo anche su questo, ma ora abbiamo fretta di farci sentire a Roma e di pensare in prospettiva”. Resta l’amaro in bocca anche alle organizzazioni sindacali, che chiedono che venga coinvolta la deputazione salentina al completo. “Dobbiamo iniziare ad occuparci anche della Ip- incalza Mirko Moscaggiuri della Cgil- visto che dichiara di aver bisogno di altra cassa integrazione. Solo Iacobucci si è rivelata, a conti fatti, l’azienda più affidabile. Ma a noi non può bastare. E l’assenza di Bat adesso pesa come un macigno, perché è stata lei a presentarci questo tris di società e garantirci il mantenimento dei livelli occupazionali, prima di lavarsene le mani”.