Le acque sulfuree di Santa Cesarea continueranno ad essere gestite da Terme S. Cesarea s.p.a..Con ordinanza resa nella camera di consiglio il 13 luglio scorso, la V^ sezione del Consiglio di Stato ha sospeso la sentenza del TAR Lecce che, il 26 aprile, aveva accolto il ricorso del Comune di S. Cesarea
ed aveva, quindi, annullato il provvedimento regionale di rinnovo della concessione termale in favore della società per ulteriori 20 anni. Anche l’amministrazione, guidata dal sindaco Daniele Cretì, infatti, rivendica la concessione per sfruttare la risorsa, sebbene lo stesso Comune sia socio di minoranza (49%) della Terme spa, la cui quota di maggioranza è detenuta dalla Regione Puglia. Era stato proprio il Servizio regionale Attività Estrattive che, il 19 luglio dello scorso anno, ha accordato il rinnovo della concessione mineraria fino al 2031, prorogando il decreto con cui l’allora presidente della Regione nel 1991, il democristiano Michele Bellomo, accordò lo sfruttamento delle sorgenti. Con il ricorso in appello la società concessionaria, patrocinata dal Prof. Avv. Ernesto Sticchi Damiani, ha sostenuto, in primo luogo, l’inammissibilità del ricorso in quanto il Comune di S. Cesarea, non avendo presentato una formale istanza di concessione nell’ambito della procedura di comparazione avviata, non risultava legittimato a impugnare il provvedimento di rinnovo e, in secondo luogo, perché il Comune non risultava titolare né di una idonea struttura da destinare alla gestione dell’attività termale, né di un permesso di ricerca di acque termali, condizioni queste imprescindibili per ottenere, ai sensi della normativa vigente, il rilascio della concessione. La società concessionaria ha eccepito, altresì, la tardività del ricorso. Per effetto dell’ordinanza cautelare, quindi, verrà assicurata la continuità della gestione delle terme, senza alcun inconveniente, quindi, per gli utenti che avevano provveduto ad effettuare le opportune prenotazioni.