Quella di ieri, sabato 30 giugno 2012, sembrava una mattina come tante altre per due agenti della Guardia di Finanza dei Baschi Verdi, II sezione antiterrorismo pronto impiego, comandati dal Tenente Ilario Inguscio. Durante un normale turno di pattugliamento, nessun sospetto, nessun movimento catturava l’attenzione dei militari, fin quando, gli stessi, percorrendo via Trinchese, a Lecce,
hanno notato qualcosa che giaceva sulla strada. Un senso di meraviglia ha accompagnato gli appuntati Roberto Liquori e Pier Paolo Rella nel constatare che ai loro piedi vi era un giovane rapace, apparentemente senza nessun trauma esterno e ritrovato niente poco di meno che a pochi passi dal Duomo. I due, tanto emozionati quanto pronti a raccogliere l’animale in evidente difficoltà, lo hanno immediatamente condotto al Centro di recupero fauna dell’Osservatorio Faunistico Provinciale “Museo di Calimera”, consegnandolo alle mani esperte del personale veterinario. Ma il destino non aveva ancora finito di stupire i militari della Finanza, in questa particolare giornata di fine giugno.
I tecnici del Centro, infatti, hanno identificato il piccolo paziente: si tratta di un giovane grillaio, falco dalle ali color nocciola, un tempo molto comune nel Salento durante la stagione estiva, oggi, quasi praticamente scomparso, complici, l’aggressione portata dall’uomo all’ambiente, in particolare con l’uso indiscriminato di pratiche agricole che hanno di fatto limitato le sue prede abituali – cavallette, grilli talpa o altri insetti, purché di notevoli dimensioni – e l’aumento dei corvidi, la gazza su tutti, un rivale difficile che riesce ad insidiarne le uova e i piccoli. Eppure delle colonie di grillai esistono ancora, quelle che sono tornate a ripopolare i centri storici di alcune città della Basilicata e della Puglia, e tra questi evidentemente anche l’incantevole cornice del Duomo di Lecce. In un contesto urbano, il grillaio deve vedersela con la presenza invasiva dei piccioni domestici per conquistare gli anfratti degli antichi edifici e costruire il nido. La mano dell’uomo, spesso, ha pensato bene di intervenire anche qui e coprire i luoghi con interventi di “riqualificazione”, impedendone l’accesso e di conseguenza la presenza per sempre. Per fortuna, la sensibilità dei cittadini ha fatto sì che i Comuni e le associazioni ambientaliste potessero installare dei nidi artificiali sui tetti delle abitazioni e garantire al grillaio una dimora alternativa, comoda e sicura.
I volontari che operano nel Centro recupero fauna di Calimera hanno già avuto a che fare con i grillai, esemplari adulti e giovani, proprio come lo sfortunato protagonista di ieri. Alcuni anni fa, il Centro avviò anche un importante progetto di riproduzione e ripopolamento della specie che interessò l’area della “Montagna Spaccata e delle Rupi di San Mauro”, posta sul litorale ionico a nord di Gallipoli, con l’obiettivo di ricreare una nuova colonia nidificante. Il ritrovamento operato dai due agenti, avvenuto in pieno centro, è però un fatto straordinario, mai accaduto prima. “Ci piace credere che il nostro lavoro stia dando i suoi frutti – hanno affermato i tecnici del Museo di Calimera – il passo successivo è quello di risalire, dallo studio delle borre degli esemplari ricoverati – il materiale di scarto che gli uccelli predatori rigurgitano – al tipo di alimentazione e quindi al tipo di preda che il grillaio ha trovato in città e magari scoprire che si tratta delle detestate blatte che flagellano i centri storici”. L’esemplare di ieri comunque non ha riportato nessun trauma, secondo quanto affermato dai ragazzi del Centro che nei prossimi giorni dovranno sostituirsi ai suoi genitori con la speranza che possa riconquistare presto i cieli della città.