Tre carabinieri sono stati rinviati a giudizio a causa di un arresto “violento”. Quello di un 65enne che, nel maggio 2009, fu picchiato selvaggiamente per essere sfuggito ad un posto di blocco. Tra i militari coinvolti ci sono un appuntato leccese, residente a San Donaci, nel brindisino, ed un maresciallo tarantino, quest’ultimo comandante di stazione.
Si tratta dell’appuntato Cosimo Pierri, 44enne di Ugento (ora in servizio a Cerignola), e del maresciallo Camillo Italiano, 46 anni di Taranto, comandante della stazione di Offagna, in provincia di Ancona, paese in cui si sono svolti i fatti.
Oltre che del pestaggio del 65enne, sono accusati di avere modificato il verbale d’arresto e di avergli danneggiato l’auto.
Nell’indagine è coinvolto anche un altro appuntato dei carabinieri, un 47enne di Sulmona, ed un dipendente comunale del luogo, accusato di falsa testimonianza, che avrebbe “prestato” la sua auto ai militari per ingaggiare l’inseguimento con il fuggitivo.
La vicenda risale alla sera del 18 maggio 2009. I tre carabinieri, impegnati in un posto di blocco, intravedono una Fiat che, alla vista degli uomini in divisa, effettua un inversione ad “U” e si allontana rapidamente. Raggiunta l’auto, scorgono al volante un uomo di 65 anni, a loro noto, che viaggiava in compagnia dell’anziana sorella; il conducente, però, con qualche manovra azzardata riesce a seminarli.
I carabinieri a questo punto decidono di aspettarlo sotto la sua abitazione. Ma il piano va a monte nuovamente: il 65enne si accorge della loro presenza e, dopo avere ignorato l’alt intimatogli dai militari, ingaggia con loro un lungo inseguimento, terminato dopo 40 minuti, quando la Fiat viene finalmente bloccata. È a questo punto che l’uomo al volante viene aggredito: stando alla sua denuncia, i tre avrebbero rotto il finestrino e, dopo averlo fatto scendere dall’auto, lo avrebbero assalito a mani nude, picchiandolo selvaggiamente sul cofano della sua autovettura, tanto da procurare diverse ammaccature alla carrozzeria. L’anziano automobilista, quindi, finisce in ospedale, da dove viene dimesso con una prognosi di 20 giorni, e tratto in arresto per resistenza a pubblico ufficiale.
Fissata l’udienza di convalida dell’arresto, il 65enne si è presentato col volto totalmente tumefatto. Una circostanza che ha insospettito il gip Vinicio Cantarini, che ha deciso di assolvere l’uomo dall’accusa “a causa dell’eccessiva e violenta condotta dei carabinieri”. Gli atti sono poi passati al pm Gubinelli che, raccolta la denuncia della vittima del pestaggio, ha avviato l’indagine sui tre carabinieri.
Per tutti è ora arrivato il tempo del processo: i tre militari compariranno il prossimo 28 novembre nell’aula del tribunale di Jesi, per il processo (già in corso) che li vede imputati per lesioni, danneggiamento ed arresto illegale; il prossimo 12 febbraio, invece, inizierà il procedimento in cui sono accusati di ingiuria, minacce e falso ideologico.