Spostano una bara da un loculo ad un altro senza informare i familiari del defunto e l’allora responsabile del servizio cimiteriale (in qualità di funzionario del Comune di Surbo) e il priore di una Confraternita sono stati iscritti sul registro degli indagati con l’accusa di violazione di sepolcro.
Nel dicembre del 2009, Giovanni Paladini viene a mancare ai suoi cari. Il morto risulta un confratello per cui ha diritto ad avere un loculo presso la cappella della confraternita all’interno del cimitero di Surbo. A dire dei parenti, il loculo sarebbe posizionato ad un’altezza che ne condizionerebbe la contemplazione. All’atto della sepoltura, il necroforo avrebbe proceduto alla tumulazione di Paladini in un posto maggiormente fruibile per i parenti. Nei giorni successivi, il priore si rende conto dell’errore perché, nel frattempo, raccoglie le lamentele di altri soci della Confraternita. Contravvenendo all’errore, il priore dà disposizione affinchè la salma venga tumulata nel giusto loculo e per farlo avrebbe chiesto il visto all’allora responsabile del servizio cimiteriale. I familiari del defunto, a quel punto, assistiti dall’avvocato Massimiliano Petrachi, decidono di querelare priore e funzionario presentando una denuncia in Procura.