Ammetto che possa essere difficile scrivere del Lecce per le oggettive difficoltà che ci possano essere nell’inquadrare questo tipo di squadra ed i conseguenti risultati, ma scrivere diventa arduo quando al raziocinio si sostituisce il sentimento ignorando che è un bene che ci possano essere entrambi, ma è giusto che nell’analisi tecnica prevalga la ragione.
Il motivo di questa strana premessa è dovuto alla constatazione di come gli “umori” di chi legge, specie i più giovani, sono fortemente condizionati da un fermo convincimento rappresentato dal postulato che chi scrive, in genere, cerca sempre il “pelo nell’uovo” in questo “magico” Lecce. Ovviamente si capisce che non è così dal momento che, chi nello scrivere o nel discettare fa anche analisi tecnica, cerca di essere intellettualmente onesto nella valutazione. A supporto di quanto detto in premessa, tutta una serie di post che si leggono su Facebook sull’argomento.
Dire che nelle prime cinque partite il Lecce ha fatto strame del gioco, perdendole meritatamente tutte, non significa essere stati pregiudizialmente contrari ma significa aver visto e tratto delle conclusioni, magari talvolta discutibili, ma sempre corrette. Dire adesso che il Lecce sembra aver cambiato la marcia, cominciando a fornire prestazioni accettabili ( a parte la spiacevole ricaduta di Grosseto in coppa ), non rappresenta aver cambiato cavallo per andare sul carro del vincitore ma, soltanto, aver preso atto di come qualcosa sia cambiato, in meglio naturalmente! Ritengo che la quasi totalità di chi accusa di cambiare cavallo in corsa sia la stessa che oggi, per me giustamente, esalta il lavoro di Lerda ma che, solo sei mesi fa lo avrebbe messo alla gogna. Personalmente ritengo di essere stato uno degli ultimi “giapponesi” ad aver cercato le attenuanti che meritava per il momentaccio e di non aver condiviso l’esonero. Va bene, acqua passata, ma un po’ di coerenza non guasta!
Oggi il Lecce è “rilanciato” verso mete ambiziose anche se, a mio parere, non si potrà non tener conto di questo “mercantile” campionato del quale non si può non sottolineare l’assoluta anomalia rappresentata dalla mancanza di retrocessioni. Questo stato di fatto, è innegabile, nasconde l’insidia del mercanteggiamento rappresentata da quelle squadre che certamente vogliono partecipare ai play off e da quelle che, per questo motivo non interessate, dai play off vorrebbero poter ricavare degli “utili”. Non è detto che sia così ma l’insidia è dietro l’angolo. Il Lecce, di certo, appartiene al novero di squadre che aspira ai play off unitamente a Pisa, Benevento, Catanzaro, L’Aquila, Perugia, Grosseto, Salernitana, Pontedera più qualche outsider e deve sempre tenere gli occhi aperti verificando che le partite che attengono a queste squadre siano ed appaiano il più regolari possibili.
La classifica attuale comincia a delinearsi positivamente per il Lecce anche se, delle dieci squadre che hanno usufruito del riposo, ben sei appartengono al gruppo dei nove ed in classifica bisogna tenerne conto. E’ vero che tutti dovranno effettuare il turno di riposo ma ritengo che il Lecce, che dovrà realizzarlo l’ultimo turno di campionato, sia la squadra più penalizzata perché per lei il campionato finirà il 27 aprile e non il 4 maggio come per le altre: a quella data, insomma, i giochi dovranno essere fatti e mi auguro positivamente.
Mario La Mazza