Sentiamo il dovere di rendere nota la situazione, ai limiti del paradossale, in cui versano i lavoratori dipendenti dell’azienda Casearia Salentina, il cui stabilimento è situato nella zona PIP di Cavallino (Le). Lo comunica in una nota la Flai Cgil di Lecce.
Un’azienda che, fino a dicembre 2013, aveva 35 dipendenti e che oggi ne conta meno di 15, al di sotto cioè di quel numero che consentirebbe di accedere a forme ordinarie di ammortizzatori sociali.
Come ricorderete, nel settembre del 2013, la Flai Cgil Lecce sostenne uno sciopero di 48 ore dei lavoratori di quell’azienda che continuava a non corrispondere le retribuzioni dovute ai lavoratori. Il salario ridotto per effetto della CIGO e i lunghi ritardi delle competenze, da tempo maturate, che l’azienda avrebbe dovuto erogare hanno determinato una condizione di esasperazione per i lavoratori che a quel punto si erano risoluti per lo sciopero. Uno sciopero che, come denunciato anche alla stampa, ha prodotto azioni ritorsive nei confronti dei lavoratori che vi avevano aderito.
In tutta risposta l’azienda, all’epoca, ha accusato la Flai Cgil di danno all’immagine, in favore addirittura della concorrenza.
Cosa è successo in seguito.
Nel dicembre 2013 l’azienda comunica di aver fatto richiesta di concordato preventivo “in bianco”, lasciando cioè al giudice la decisione di cosa dovrà accadere a questa azienda.
Nel giro di pochi mesi, a inizio 2014, Casearia Salentina dà in affitto la gestione dell’attività a un’altra neonata azienda: oltre 20 dipendenti di Casearia si dimettono e vengono, quasi simultaneamente, assunti dall’azienda affittuaria.
Per il personale restante, meno di 15 lavoratori dipendenti di Casearia, viene annunciato il licenziamento a conclusione della cassa integrazione ordinaria (terminata il 29 Marzo 2014).
Il “caso” vuole che gli unici lavoratori rimasti in azienda e che saranno licenziati sono tutti iscritti alla Flai Cgil.
Riteniamo che quanto sta accadendo sia inaccettabile.
A completamento della vicenda, segnaliamo il fatto che Casearia ha usufruito di 52 settimane di cassa integrazione ordinaria, quando invece, viste le procedure per cessazione di attività messe in atto poco dopo, avrebbe dovuto richiedere la cassa straordinaria.
Con la riduzione a meno di 15 unità in azienda, vengono sconfessate le tutele sindacali.
La Flai Cgil resterà al fianco di questi lavoratori che non possono essere abbandonati: pertanto, oltre ad attivare tutte le azioni consentite dalla legge per difendere i loro diritti, la Flai annuncia che interesserà i livelli istituzionali del territorio al fine di individuare ogni soluzione possibile in favore dei lavoratori.