LECCE – Prosciolto dall’accusa di aver riservato morbose attenzioni su una operatrice socio sanitaria. Si chiude così l’udienza preliminare in cui era imputato il titolare di una casa di riposo del basso Salento. E’ quanto stabilito dal gup Stefano Sernia che ha respinto la richiesta di rinvio a giudizio avanzata in udienza dal pubblico ministero Giovanni Gagliotta. Le accuse di violenza sessuale e violenza privata erano franate su un anziano residente in un comune del basso Salento.
L’indagine, condotta dai carabinieri della sezione di polizia giudiziaria guidati dal colonnello Antonio Massaro, è stata avviata sulla scorta di un esposto presentato dall’operatrice socio sanitaria di 42 anni. La donna ha raccontato i presunti abusi compiuti dal titolare della casa di riposo. Ha riferito anche i minimi dettagli. Di aver avuto una relazione per anni con quest’uomo. Riferendo anche dell’altro. Quando ha deciso di interrompere la relazione la donna sarebbe stata sfruttata e violentata. Tanto da ricevere il benservito quando decise di non sottostare più ai ricatti hard.
Un clima surreale andato avanti fino al marzo di tre anni fa. Mesi dopo l’operatrice denunciò i presunti abusi. E’ così scattata l’indagine. La persona offesa è stata ascoltata dagli investigatori così come altre dipendenti. Alcune operatrici hanno confermato le accuse dichiarando di essere state vittime di attenzioni dallo stesso titolare. Anche l’anziano è stato sentito dai carabinieri. Ha ricostruito i fatti fornendo una verità completamente differente. Ha confermato di avere avuto una relazione con la dipendente ma che sarebbe stata la donna ad approfittare di lui.
In vari modi. Anche economicamente. E che dopo la fine della relazione sarebbe scattata la vendetta. Una tesi ribadita in aula dall’avvocato Americo Barba che è stata condivisa dal giudice per l’udienza preliminare. La persona offesa era rappresentata dall’avvocato Antonio Manco.
F.Oli.