LECCE – Assisterà i disabili senza scontare un giorno di carcere. Il Tribunale di Sorveglianza ha accolto l’istanza degli avvocati Fritz Massa e Antonella Corvaglia per conto di don Cesare Lodeserto. L’ex responsabile del Centro “Regina Pacis” raggiungerà fra 48 ore la comunità laica “Ave Maria nostra speranza” di Quistello Balsamo in provincia di Mantova. I giudici hanno recepito le argomentazioni difensive. Giorni fa era stata discussa in aula la richiesta alla presenza dello stesso alto prelato. Per i legali di don Cesare erano motivati i presupposti perché i giudici potessero concedere i benefici dei servizi sociali: la pena da scontare è inferiore ai quattro anni; l’alto prelato non ha carichi pendenti e reati ostativi e non annovera contatti con la criminalità organizzata (tutti requisiti che corroborano la richiesta).
La sentenza della Cassazione a carico dell’ex responsabile del centro di accoglienza risale al 18 luglio di due anni fa. Lodeserto venne condannato a 5 anni e 4 mesi di reclusione. Sentenza poi ridotta a due anni ed otto mesi beneficiando dell’indulto (i fatti erano precedenti al 2006). In sede di esecuzione la Procura generale aveva applicato il provvedimento di indulgenza. Lodeserto era accusato di sequestro di persona, estorsione e calunnia. Il prete fu arrestato nel 2005 nell’ambito di un’inchiesta scattata dopo varie denunce sporte dalle ragazze ospitate nella struttura.
Il centro fu aperto dalla diocesi di Lecce durante il periodo dell’emergenza legata ai primi flussi migratori in Salento. Dal 2007 don Cesare Lodeserto si trova a Chisinau, in Moldavia, inviato in missione “Fidei donum” da monsignor Cosmo Francesco Ruppi, all’epoca dei fatti arcivescovo di Lecce.
F.Oli.