TAURISANO (Lecce) – Quattordici anni. E’ la condanna inflitta in primo grado a Sergio Caputo, 51enne di Matino, accusato di aver incendiato l’abitazione di una coppia di coniugi il 24 dicembre del 2015 a Taurisano. Per i giudici della prima sezione penale (Presidente Gabriele Perna) l’imputato avrebbe voluto uccidere. E per questo è stato condannato con l’accusa di tentato omicidio oltre che di incendio doloso, stalking e danneggiamento. Proprio come richiesto dal sostituto procuratore Paola Guglielmi che, nel corso della sua requisitoria, ha rimarcato l’efferatezza dell’azione premeditata e studiata da Caputo.
L’imputato agì in compagnia del fratello della proprietaria di casa: Francesco Preite, 46 anni, di Taurisano, già condannato in abbreviato condizionato da una perizia psichiatrica a 6 anni e 4 mesi di reclusione. I giudici hanno disposto un risarcimento di 37mila euro e di 12mila euro per la coppia di coniugi (assistita dall’avvocato Biagio Palamà) e una provvisionale di 5mila euro per l’avvocato Sonia Santoro, legale delle parti civili, vittima di minacce e intimidazioni (rappresentata in aula dalla collega Floriana De Donno.
Quel giorno di festa rischiò di finire in tragedia. Tutta colpa di un’eredità contesa tra Caputo e la sorella. L’abitazione della donna venne completamente distrutta dalle fiamme in via Vittorio Emanuele III, nel centro del paese. I due attentatori appiccarono l’incendio probabilmente servendosi di qualche tanica di benzina. E solo per miracolo non si registrarono feriti. La proprietaria sentì la voce del fratello e del suo amico. Intuendo i cattivi propositi si barricò in bagno per poi trovare una via di salvezza raggiungendo il terrazzo della vicina. Le fiamme, in pochi minuti, s’impossessarono dell’appartamento e di tutti i suppellettili custoditi all’interno. Raccolta la testimonianza della donna (poi soccorsa da un’ambulanza del 118), i poliziotti del Commissariato di Taurisano rintracciarono i due attentatori presso l’abitazione di Preite. Come emerso alle testimonianze raccolte dagli investigatori, i due attentatori si erano resi protagonisti di minacce e danneggiamenti già nelle ore precedenti per poi maturare il progetto di far saltare in aria l’abitazione. L’imputato era difeso dall’avvocato Marsano.
F.Oli.