SQUINZANO (Lecce) – “Ha volontariamente violato le norme di riferimento” prosegue il giudice “cosciente che seguendo l’iter della legge non avrebbe mai potuto assegnare un alloggio popolare al Pellegrino”. E’ uno dei passaggi cruciali con cui il gup Michele Toriello ha condannato in abbreviato a 4 mesi di reclusione (pena sospesa e non menzione) l’ex sindaco di Squinzano Gianni Marra con l’accusa di abuso d’ufficio nel processo scaturito dall’inchiesta sull’assegnazione di un alloggio popolare al boss Antonio Pellegrino. Per il giudice, “si è in caso di una macroscopica violazione di legge, non potendosi neppure astrattamente ipotizzare che un amministratore di lungo corso quale il Marra non abbia compreso che le leggi che disciplinano l’istituto che egli stava applicando”.
L’ex fascia tricolore è stata anche interdetta dai pubblici uffici per tutta la durata della pena. E’ l’unica condanna. Tutti gli altri imputati sono stati assolti: il presunto boss Antonio Pellegrino (assistito dall’avvocato Elvia Belmonte) dall’accusa di abuso d’ufficio per non aver commesso il fatto e perché il fatto non sussiste per due episodi di falso nonostante una richiesta a due anni invocata dal pm Guglielmo Cataldi; l’allora comandante della Polizia Municipale Roberto Schipa (difeso dagli avvocati Giuseppe De Luca e Pasquale Caracciolo) da due episodi di falso perché il fatto non sussiste (a fronte di una richiesta di 8 mesi).
Sono stati anche assolti dall’accusa di corruzione perché il fatto non sussiste l’ex Presidente del Consiglio Fernanda Metrangolo (assistita dall’avvocato Francesca Conte); l’imprenditore Lino Gabriele Lagalla (difeso dall’avvocato Antonio Savoia) e Carlo Marulli, (figlio di Fernanda Metrangolo), con trascorsi come Presidente della locale squadra di calcio.
F.Oli.