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Semi di canapa venduti a due clienti per incentivare la coltivazione? Condannato titolare di un “Canapaio”

F.Oli.

PORTO CESAREO (Lecce) – Si chiude con una condanna a soli sei mesi di reclusione il processo a carico di Ivan Conte, 43enne di Porto Cesareo, accusato di aver venduto alcuni semi di canapa a due clienti. La sentenza è stata emessa dal giudice monocratico Silvia Minerva a fronte di una richiesta di 1 anno e 10 mesi invocata dal pubblico ministero di udienza Roberta Licci. L’imputato è stato condannato per l’accusa di istigazione a delinquere e assolto con formula piena (perchè il fatto non sussiste) dal reato di istigazione alla coltivazione di sostanze stupefacenti. L’indagine è stata avviata dopo un controllo nell’auto di due giovani il 24 maggio del 2014. L’accertamento consentì di ritrovare i semi di cannabis sigillati in una busta. I due giovani, accompagnati in caserma, dichiararono di aver acquistato i semi dal “Canapaio” di Guagnano.

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Da qui si sono sviluppati gli accertamenti. Secondo quanto ricostruito dai carabinieri della Compagnia di Campi Salentina, il titolare dell’attività avrebbe venduto una confezione di canapa “Sin Tra Bajo”, una varietà di pianta autofiorente dalla rapida germinazione ed idonea a produrre un’alta percentuale di thc compresa tra il 12 e il 15%. In quella stessa occasione, stando alle accuse, Conte avrebbe fornito  specifiche indicazioni sulle modalità di coltivazione della pianta consegnando materialmente agli avventori materiale illustrativo relativo alla tipologia di fertilizzanti da utilizzare. Sarebbero stati dispensati consigli sui prodotti necessari sulla coltivazione, istruzioni per garantire una idonea coltivazione delle piante insieme a cataloghi riportanti per ogni specie di pianta le caratteristiche e la percentuale di thc ricavabile. Conte avrebbe anche consegnato ai clienti tre cataloghi contenenti la descrizione delle diverse piante di canapa, l’indicazione della percentuale di thc ricavabile e gli effetti derivanti dall’uso.

In giornata, dopo l’ascolto di uno dei due clienti, è stato sentito Conte, ora titolare di un canapaio a Torre Lapillo. L’imputato ha difeso con fermezza la propria correttezza. Ha riferito di aver esposto solo ed esclusivamente consigli relativi alla coltivazione biologica come accaduto con centinaia e centinaia di clienti in tutti questi anni. Conte ha spiegato anche di custodire i semi (rigorosamente sigillati) in una stanza realizzata appositamente dove l’ingresso è severamente vietato ai minori di 18 anni. E, gestendo un’attività del genere, non si sarebbe mai esposto in consigli che avrebbero potuto metterlo in una posizione scomoda. In sede di discussione, l’avvocato Emanuela Toscano aveva chiesto l’assoluzione piena del proprio assistito sottolineando le molteplici contraddizioni emerse dalle deposizioni dei due clienti. E’ stata anche richiamata una sentenza della Corte di Cassazione che evidenzia come non si possa ritenere reato vendere i semi di sostanze stupefacenti quando alla vendita sono allegate le indicazioni botaniche.  Non appena verranno depositate le motivazioni, la difesa appellerà la sentenza.

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