F.Oli.
TREPUZZI (Lecce) – La lite, la lama di un coltello, il sangue e infine la disperata corsa in ospedale. Si chiude con una condanna a sei anni di reclusione il processo a carico di Matteo Lacorte, il 44enne di Ostuni, arrestato l’1 maggio dello scorso anno per l’accoltellamento di Matteo Rizzo, 40enne di Cellino, avvenuto all’interno di una comunità che si occupa del recupero di problemi di tossicodipendenza e di alcolismo a Trepuzzi. La sentenza è stata emessa dal gup Alcide Maritati al termine del processo che si è celebrato con il giudizio abbreviato. Il giudice ha confermato l’iniziale accusa di tentato omicidio (così come richiesto dal pubblico ministero Paola Guglielmi) respingendo la richiesta di alleggerire il reato di lesioni colpose gravissime invocata all’avvocato Vito Cellie, del Foro di Brindisi. Per il giudice, così come stabilito dallo psichiatra Domenico Suma, l’imputato era capace di intendere e di volere nonostante una personalità border line. La vittima, assistita dall’avvocato Ivan Feola, verrà risarcita con una provvisionale di 10mila euro in attesa del giudizio in sede civile.
Il grave fatto di sangue si verificò in tarda mattinata nella comunità. Tra i due ospiti i rapporti erano pessimi già da tempo e quel giorno degenerarono definitivamente. Lacorte impugnò un coltello da cucina e con un solo fendente tagliò la gola del 40enne di Cellino San Marco. Rizzo chiese aiuto rientrando nella comunità per poi perdere i sensi. Gli operatori della struttura allertarono prontamente i soccorsi. Sul posto giunsero dopo pochi minuti i carabinieri della locale stazione, guidati dal luogotenente Giovanni Papadia. Il ferito, invece, venne immediatamente trasportato presso l’ospedale “Vito Fazzi” e ricoverato nel reparto di rianimazione. Lacorte, su disposizione del pubblico ministero di turno Donatina Buffelli, finì in manette con l’accusa di tentato omicidio. Ad incastrarlo furono le testimonianze delle altre persone presenti nella comunità e il ritrovamento del coltello grazie alle indicazioni dello stesso Lacorte.