F.Oli.
MELENDUGNO (Lecce) – Si è aperto questa mattina il processo d’appello per i 12 imputati coinvolti nell’operazione antidroga ribattezzata “Genesi” con cui i finanzieri arrestarono sei persone l’1 marzo del 2016 con un carico di droga alla periferia di Merine. Il sostituto procuratore generale Giampiero Nascimbeni ha invocato la conferma della sentenza di primo grado emessa ad aprile dello scorso anno dl gup Simona Panzera. Subito dopo la requisitoria sono iniziate le arringhe difensive che proseguiranno il 10 settembre.
SENTENZA DI PRIMO GRADO
La pena più alta in abbreviato (10 anni) venne inflitta a Pasquale Giannone, 33, di Borgagne;; 7 anni e 10 mesi per Albino Volpe, 59, di Borgagne; 7 anni e 8 mesi ad Antonio Leo, 38, di Melendugno; 6 anni e 2 mesi a Bastri Caushaj, 55, di Merine; 4 anni per Gregorio Leo, 54, di Vernole e Dorjan Pashaj, 32 anni, residente a Lecce; 3 anni e 4 mesi a Leonida Lapaj, di 38, entrambi di orgini albanesi così come per il connazionale Romarjo Demaj. Infine: 2 anni per Filippo Costanzo, di 61, residente a Corsano; 2 anni anche per Shkelzen Pronjaj, 32, residente a Lizzanello; 1 anno e 6 mesi ad Antonio Pasquale Brigante, 34, di Borgagne (frazione di Melendugno); 1 anno per Alessio Mero, 25, di Vernole. Gli imputati rispondono, a vario titolo, di traffico internazionale di sostanze stupefacenti, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, tentata estorsione aggravata e tentata rapina aggravata dall’aver agevolato l’associazione mafiosa.
L’INDAGINE
L’inchiesta è stata condotta dall’allora sostituto procuratore della Direzione distrettuale antimafia di Lecce, Guglielmo Cataldi. Gli arresti sono stati eseguiti dai militari del Gico del Nucleo di polizia tributaria della guardia di Finanza, agli ordini del colonnello Bruno Salsano e del tenente colonnello Nicola De Santis. Le indagini sono scattate a febbraio, quando un finanziere, fingendosi interessato all’acquisto di una partita di droga, ha avviato contatti con Giannone. La trattativa, con il coinvolgimento del patrigno Volpe, è andata avanti per diversi mesi. La consegna dello stupefacente avvenne in una campagna di Merine.
Al momento dello scambio della marijuana, portata da un cittadino albanese e caricata su un camion condotto da un militare, i finanzieri sono usciti allo scoperto e arrestato sei persone: Albino Volpe, Bastri Caushaj, Dorjan Pashaj, Leonidha Lapaj, Antonio Leo e Pasquale Giannone. Il prezzo pattuito era di 150mila euro. L’indagine si è poi allargata chiudendo il cerchio sui presunti componenti del sodalizio.
COLLEGIO DIFENSIVO
Gli imputati sono difesi dagli avvocati Antonio Savoia, Giuseppe De Luca, Stefano Prontera, Pantaleo Cannoletta, Giovanni Valentini, Carlo Chiuri, Pietro Ripa, Donata Perrone, Fabio Corvino e Tommaso Stefanizzo