LECCE – I lavoratori Lupiae, per la maggior parte monoreddito, attendono lo stipendio arretrato (che dovrebbe arrivare la settimana prossima) e oggi sono tornati a manifestare davanti alla Prefettura e a Palazzo Carafa. Dopo anni di sacrifici, all’orizzonte ci sono nuovi tagli. Il sindaco Salvemini garantisce un futuro in cambio di qualche sacrificio: lo ha detto nell’incontro del primo pomeriggio con i dipendenti. “Non vi prenderò mai in giro – ha spiegato il primo cittadino aI manifestanti – Dirò sempre la verità anche quando sarà dura: di me potete fidarvi”. La maggior parte dei dipendenti guadagnano stipendi normali: da 1200 ai 1400 euro al mese. Ma emergono anche posizioni di dirigenti “che guadagnano troppo”, secondo alcuni lavoratori che hanno manifestato in mattinata: “Ci sono livelli che non sono congrui: impiegati di primo livello quadro. Ci sono stipendi da 100 mila euro lorde all’anno”. Non tutti hanno la stessa visione. Oggi rappresentati sindacali, proprietà e dirigenti della Lupiae si sono seduti attorno al tavolo prefettizio. Ai lavoratori è stato chiesto ancora tempo: ancora 24 ore per analizzare meglio la situazione.
“Il prospetto – richiesto alla Lupiae – con l’indicazione del costo del personale riferito al contratto collettivo ‘commercio e terziario’ a quello ‘multiservizi’ mi è stato consegnato – ha spiegato il sindaco Carlo Salvemini –
consente di avere un valore di riferimento per calcolare l’impatto sul bilancio della società;
unitamente alla retribuzione lorda per ogni singolo dipendente per le ore contrattualmente previste nelle due diverse ipotesi:
consente di misurare la differenza in busta paga mensile a parità di mansione e anzianità. Un dato fondamentale per ragionare sul futuro della Lupiae – ripeto e sottolineo futuro – fino ad oggi mai commissionato è quindi disponibile: ora sarà più semplice il confronto per trovare le soluzioni idonee ad uscire dalla crisi della società”.
Le intenzioni del primo cittadino sono chiarissime: cambiare regime contrattuale e in questo modo realizzare una improcrastinabile sforbiciata, che sugli stipendi più alti significa anche fino a 2 mila euro in meno. L’attesa continua e il futuro è incerto per la partecipata del Comune di Lecce. Sono anni difficili per quelle società che un tempo in Italia furono i grandi ammortizzatori sociali della politica locale, che determinavano grandi carriere politiche.
Gaetano Gorgoni