SURANO (Lecce) – Oltre 50 capi d’abbigliamento sequestrati perché importati dalla Cina, dove i metodi cruenti per ricavarle dagli animali violano la normativa europea in materia. Il sequestro è stato eseguito nei giorni scorsi dai carabinieri Forestali del Cites di Bari all’interno di un ipermercato di Surano.
I capi d’abbigliamento – soprattutto capospalla – erano realizzati in parte con pellicce allevate e provenienti dalla Cina, in violazione alle normative comunitarie che regolano l’introduzione e l’etichettatura di tali prodotti. La normativa europea, infatti, vieta l’introduzione e l’uso nell’Unione Europea di pellicce ottenute da animali quali il procione, il coyote, la lince ed altri, provenienti da Paesi che non assicurino che per la loro cattura, allevamento e abbattimento non siano usate tagliole o metodi cruenti che producano gravi sofferenze.
I capi in questione non riportavano all’interno l’etichetta indicante la specie utilizzata per la realizzazione delle parti in pelliccia e per questo i Carabinieri del Cites barese hanno provveduto a sequestrare la merce illegale, irrorando inoltre sanzioni amministrative da 100 a 5000 euro.
Non è la prima volta che il settore della moda viene sottoposto a controlli mirati da parte del Nucleo Cites. Negli anni scorsi, con le operazioni “Racoon” e “Rascal”, furono circa mille i capi di abbigliamento griffati Made in Italy sequestrati.
Il fenomeno del traffico di esemplari di animali, vivi, morti o parti derivate, appartenenti a specie protette, destinati all’industria della moda, registra ancora numeri elevati. La merce sequestrata dai Carabinieri Forestali Cites, una volta immessa sul mercato, avrebbe fruttato cifre sino a 2000 euro.