di F.Oli.
LECCE – Dimesso dopo l’impianto di tre bypass al cuore muore dopo pochi giorni in casa a causa di un malore. Sul decesso di Roberto Gorgoni, 60enne, di Lecce, la Procura ha aperto un fascicolo d’indagine per accertare cause ed eventuali responsabilità. La salma dell’uomo, nel frattempo, è stata trasferita presso la camera mortuaria del “Vito Fazzi”. Il magistrato inquirente, il pubblico ministero Stefania Mininni, ha disposto il sequestro delle cartelle cliniche del 60enne per poi identificare il personale sanitario che, per le rispettive competenze, ha gestito il percorso diagnostico e clinico del paziente.
Subito dopo sarà nominato un medico legale per eseguire l’autopsia con l’eventuale supporto di uno specialista nella disciplina dell’area clinica in cui collocare la probabile causa del decesso per effettuare l’esame necroscopico e le indagini sul cadavere. Si procede ipotizzando l’accusa di omicidio colposo.
A chiedere l’intervento della Magistratura sulla morte di Roberto Gorgoni è stato il figlio del 60enne che ha presentato una denuncia assistito dall’avvocato Francesco Vergine. Secondo quanto ricostruito, il 26 gennaio, l’uomo sarebbe stato accompagnato presso il pronto soccorso dell’ospedale “Vito Fazzi” per dolori al petto; dopo le prime visite è stato ricoverato immediatamente presso la Terapia Intensiva del reparto di cardiologia.
Il lunedì successivo sarebbe stato trasferito in corsia rimanendo sempre nel reparto di cardiologia dove l’1 febbraio viene sottoposto ad un intervento chirurgico per l’impianto di 3 bypass coronarici. Otto giorni dopo Gorgoni viene dimesso. Nella stessa serata, seguendo il contenuto della denuncia, il 60enne avrebbe accusato un diffuso stato di malessere. Tanto che lui stesso ha chiamato il 118 (perché in quei momenti si trovava da solo in casa) e con l’ambulanza ha raggiunto presso il pronto soccorso. Con orario di ingresso alle 21.14 e dimesso alle 22.49.
Dal giorno delle dimissioni sino a venerdì scorso (giorno della morte), però, Gorgoni avrebbe continuato a manifestare una costante condizione di malessere sino all’improvviso decesso accertato dal personale del 118 e dal medico curante allertati dal figlio. Da qui la denuncia e l’apertura di un fascicolo. Sarà ora l’indagine, appena avviata, ad accertare eventuali negligenze, imprudenze o imperizie a carico del personale sanitario per la morte di un 60enne operato, poi dimesso e infine morto in casa.