MONTESANO SALENTINO (Lecce) – Per circa due mesi avrebbero costretto un anziano del paese a consegnare loro somme di denaro, utilizzandolo a mo’ di Bancomat. Nelle scorse ore, però, i carabinieri sono riusciti ad incastrarli e per entrambi si sono aperte le porte del carcere.
In manette, con l’accusa di estorsione in concorso, sono finiti Antonia Sparascio, 65enne, ed Andrea Giangreco, 33enne, madre e figlio, entrambi di Montesano Salentino, arrestati in flagranza di reato dai carabinieri della stazione di Specchia.
La vittima, un pensionato di 78 anni loro compaesano, assistito dall’avvocato Angelo Colagiorgio, nelle scorse settimane aveva raggiunto la caserma dei carabinieri di Specchia, per denunciare le estorsioni compiute da madre e figlio, che andavano avanti dallo scorso dicembre.
Approfittando della sua buona fede e della sua ingenuità, i due avevano ottenuto piccole somme di denaro – 20, 50 o 250 euro – che nel tempo erano “lievitate” di pari passo alle minacce che mamma e figlio rivolgevano all’anziano.
L’episodio più eclatante si è verificato agli inizi di gennaio, quando mamma e figlio attirarono la vittima nella loro abitazione con la scusa di volergli restituire i soldi “prestati”. Dopo avere chiuso a chiave la porta d’ingresso ed avere sottratto i cellulari all’uomo, i due avanzarono l’ennesima richiesta di denaro: mille euro. Colto da malore, all’anziano fu concesso di andarsene dalla loro abitazione, a patto che consegnasse ulteriori mille euro nei giorni successivi, come poi fece.
Nei giorni a seguire, poi, la Sparascio pretese dal 78enne un’ulteriore dazione di denaro, sempre di mille euro, ma la vittima decise di ribellarsi e di sporgere denuncia. E così è stata organizzata la “trappola”.
Dopo avere fotocopiato le banconote da consegnare a mamma e figlio, i militari hanno atteso che l’uomo consegnasse i soldi ai suoi aguzzini, per poi uscire allo scoperto e perquisire la loro abitazione, nella quale sono stati trovati (oltre ai soldi) anche una busta ed i cellulari utilizzati dai due estorsori per le loro richieste estorsive. Mamma e figlio, al termine delle formalità di rito, sono stati accompagnati presso la casa circondariale di Lecce.