di F.Oli.
ACQUARICA DEL CAPO (Lecce) – La Procura di Lecce dispone la riesumazione del cadavere di Ivan Ciullo, in arte Navi, il dj radiofonico originario di Acquarica del Capo trovato impiccato a un ulivo nelle campagne del paese il 22 giugno 2015. Il conferimento dell’incarico è fissato per il 10 aprile e sarà affidato al medico legale Alberto Tortorella e al professore dell’Università di Bari Francesco Introna già coinvolto come consulente di parte nell’autopsia sul corpo di Noemi Durini.
“Attendevamo con fiducia questa decisione della Procura”, riferiscono gli avvocati della famiglia di Ivan, i legali Paolo Maci e Walter Biscotti (noto per essersi occupato del caso di Sarah Scazzi) insieme alla dottoressa Chiara Landolfo. “Sulla base delle consulenze del criminologo e sociologo Roberto Lazzari e del medico legale, Giuseppe Panichi, che non lasciavano dubbi sul fatto che Ivan sia stato ucciso e la doverosa verifica della Procura non poteva che passare dalla riesumazione del cadavere per il quale sono stati nominati due professionisti di primo piano”. L’avviso è stato notificato all’indagato accusato di istigazione al suicidio (una persona con cui il dj aveva avuto una relazione tormentata, difeso dall’avvocato Giuseppe Minerva) e ai familiari di Ivan. Tutte le parti potranno nominare un proprio consulente.
La madre di Ivan Ciullo (supportata dal suo compagno) non si è mai arresa sempre convinta che il figlio sia stato ucciso. Non istigazione al suicidio ma omicidio. E nelle scorse settimane il pubblico ministero Maria Vallefuoco (che ha ereditato il fascicolo dalla collega Carmen Ruggiero transitata di recente nel pool dell’Antimafia) aveva riaperto per la terza volta le indagini accogliendo l’istanza della famiglia della vittima dopo che per due volte la pubblica accusa aveva chiesto e ottenuto dal gip Vincenzo Brancato l’archiviazione del caso ritenendo che si trattasse di un suicidio.
Due gli elementi di novità raccolti in questi mesi: Ivan sarebbe stato strangolato e sul luogo del ritrovamento del cadavere comparirebbe un ‘impronta diversa da quella di Ivan sulla scorta di una relazione di consulenza di indagine scientifica di criminalistica forense e di un accertamento medico legale. Questi elementi sono confluiti in una nuova istanza di riapertura delle indagini e hanno convinto il pm Vallefuco a tenere in vita un fascicolo su cui consulenze e accertamenti non hanno ancora consentito di scrivere la parola fine.
Il giovane dj, noto speaker radiofonico, venne trovato senza vita impiccato ad un albero d’ulivo il 22 giugno del 2015. Nonostante il gip Vincenzo Brancato abbia rigettato per ben due volte la richiesta di opposizione all’archiviazione la famiglia di Ivan non ha mai alzato bandiera bianca. da subito, sono state superficialità e leggerezze nel corso delle indagini; la distruzione degli abiti del giovane; la mancata esecuzione di un’autopsia, presunti errori e omissioni che avrebbero condizionato la bontà delle indagini. Ora si riparte con la riesumazione del cadavere che potrebbe aprire scenari inediti in un’indagine estremamente controversa.