di F.Oli.
MAGLIE (Lecce) – Uno vero e uno falso. È l’esito della consulenza grafologica disposta dalla Procura per verificare la falsità dei testamenti lasciati da Luigia Fitto nell’inchiesta in cui sono indagati l’ex sindaco di Maglie Antonio Fitto, il figlio Felice e un terzo parente, Domenico Guglielmi, quest’ultimo residente a Chieti, tutti accusati di falso. Le conclusioni sono state messe nero su bianco dal consulente tecnico, l’ingegnere Antonio Schirinzi, nominato dal pubblico ministero Donatina Buffelli.
Il perito, in realtà, dichiara che dei due testamenti il primo e assolutamente olografo, mentre il secondo, scritto dalla signora defunta all’età di 90 anni, presenta difformità ed è non olografo. Ma dal testamento ritenuto vero dalla perizia si evince in modo inequivocabile che Antonio Fitto è l’edere universale delle sue proprietà.
La differenza tra l’olografo e il non olografo è una borsa di studi a nome del defunto marito della zia. (che ad ogni modo verrà fatta, per rispettare le volontà della zia).
A distanza di oltre quattro mesi dal conferimento la falsità è stata accertata per il testamento olografo datato 7 ottobre 2015 fatto pubblicare da Antonio Fitto il 16 maggio del 2017 a Ruffano. Falso sia nella scrittura che nella firma. È invece autentico, stando a quanto riportato nelle conclusioni del consulente della Procura nella sua consulenza, il testamento datato 9 maggio del 2009 e pubblicato nel giugno del 2017 a Francavilla al Mare (in Abruzzo). In questo secondo testamento è stato inserito il lascito per la borsa di studio alla Camera di Commercio a nome di Luigia Fitto e del marito; indicazione che non comparirebbe in quello falso. Le parti coinvolte nel procedimento avevano indicato un proprio consulente: l’ingegnere Sergio Frontini per Antonio Fitto; e il dottore Maurizio Scalese, per Raffaele Fitto.
A mettere in moto le indagini era stato proprio Raffaele Fitto, fratello di Antonio, e persona offesa con l’avvocato Ladislao Massari. L’imprenditore, attivo nella produzione di olio e vittima di un sequestro di persona oltre trent’anni fa, sollevò forti dubbi sull’autenticità dei due testamenti lasciati dalla zia Luigia. In ballo c’era un’eredità pesante e consistente: parecchi immobili e terreni dall’elevato valore economico. Tra Maglie e Scorrano. Ebbene entrambi riportavano la firma (apparente?) della zia: Luigia Fitto deceduta l’11 maggio 2017. Formalizzata la denuncia, è stata avviata l’indagine per accertare la veridicità dei testamenti.
Con il deposito della consulenza, la Procura dovrà trarre le proprie conclusioni e valutare le posizioni dei tre indagati eccellenti difesi dagli avvocati Francesco Vergine e Salvatore Nisi.