TREPUZZI (Lecce) – Rimane in carcere Alessio Perrone, uno dei tre soggetti arrestati, nelle scorse settimane, nell’inchiesta sulle rapine in sequenza ai danni del centro “Medex” di Squinzano e dell’“Eurospin” di Surbo il 21 giugno scorso. Il Tribunale del Riesame (Presidente Fabrizio Malagnino) ha rigettato il ricorso della difesa confermando la custodia cauterlare in carcere per il 41enne di Trepuzzi. Sempre dietro le sbarre si treova anche il presunto complice: il compaesano Vincenzo Cozzella, di cinque anni più giovane. Un terzo soggetto, invece, con un ruolo più marginale, è ai domiciliari dopo due notti trascorse in carcere.
Perrone e Cozzella sarebbero gli autori materiali delle due rapine sulla scorta delle indagini condotte dai carabinieri della stazione di Trepuzzi agli ordini del luogotenente Giovanni Papadia. Il primo colpo venne messo a segno ai danni del centro medico “Medex”” di Squinzano. I due, con il volto travisato, intimarono la dipendente a farsi consegnare 300 euro dopo averle intimato di aprire la cassa. Successivamente sempre Perrone e Cozzella si sarebbero spostati nel supermercato Eurospin di via Lecce a Surbo. Armati di pistola e con i volti travisati, rapinarono circa 1000 euro alla cassiera. Infine la fuga in sella ad un Cbr, frutto di una rapina il 10 giugno sulla provinciale Trepuzzi-Casalabate ai danni di un 38enne di Lecce.
Le ricerche dei malviventi portarono i carabinieri a bloccare lungo via Vecchia Trepuzzi una Peugeot guidata da un terzo uomo arrestato dopo un breve inseguimento. Perrone, invece, riuscì a scappare. Dopo aver aperto la portiera laterale destra scavalcò la recinzione metallica. Attraversò perpendicolarmente la statale 613 (in entrambe le corsie) dileguandosi nelle campagne circostanti. Nonostante i carabinieri gli avessero intimato più volte di fermarsi. E Perrone voltò anche verso i militari tanto che venne riconosciuto dalle forze dell’ordine.
Immediatamente i carabinieri raggiunsero la sua abitazione. Perrone non era in casa. Nel portoncino d’ingresso era inserita la chiave; la porta d’accesso all’abitazione era aperta e il climatizzatore ancora acceso a riprova secondo gli investigatori di una gran fretta nel lasciare l’immobile per sottrarsi alla cattura dei militari. Il 28 giugno, sette giorni dopo le due scorribande, il 41enne si consegnò spontaneamente in caserma. Cosa che anche Cozzella aveva fatto due giorni prima. Si presentò presso la pg e riferì di aver appreso di essere ricercato. E anche per lui scattarono le manette.
F.Oli.