SALENTO (Lecce) – Avrebbe obbligato la nipote minorenne ad avere rapporti sessuali ripetuti minacciandola che se si fosse confidata con qualcuno le avrebbe ucciso i genitori. Un dramma per una ragazzina sin da quando aveva dieci anni interrotto nel settembre del 2017. Quando, dopo essersi confidata con i propri insegnanti, ha consentito di alzare il velo su una brutta storia di presunti abusi e violenza intrafamiliari. Perché il presunto orco della ragazzina sarebbe lo zio di mezza età, originario di Uggiano La Chiesa, che ora rischia il processo con l’accusa di violenza sessuale aggravata. Nei suoi confronti il pubblico ministero Carmen Ruggiero, (attualmente in servizio presso l’Antimafia), ha chiesto il rinvio a giudizio e l’udienza preliminare è fissata per il 16 gennaio davanti al gup Giulia Proto.
Come spesso accade, in simili vicende, un rifugio da angherie e soprusi è arrivato dalla scuola. La ragazzina si è confidata e gli insegnanti sono diventati i suoi angeli custodi. È scattata una segnalazione ai servizi sociali ed è stata avviata l’inchiesta. E sono emersi i presunti abusi sin da quando la bambina aveva dieci anni. In una circostanza, dopo averla condotta nella sua abitazione, l’avrebbe spogliata costringendola a compiere e asubire atti sessuali; in un’altra occasione avrebbe approfittato della nipotina a causa dello stato di torpore in cui si trovava cogliendola nel sonno; in una terza circostanza abusi e molestie (al momento solo presunti) si sarebbero consumati all”interno della sua autovettura dove l’avrebbe spogliata e baciata; da ultimo, con la minaccia che se non l’avesse seguita avrebbe riferito al padre che fumava avrebbe obbligato la nipotina a recarsi insieme nell’abitazione dove stava svolgendo dei lavori cercando di baciarla.
le accuse nei confronti dello zio sono state confermate a maggio dalla ragazzina nel corso dell’incidente probatorio e hanno consentito al magistrato inquirente di cristallizzare le accuse corroborate da una consulenza tecnica affidata allo psichiatra Domenico Suma chiamato ad esprimersi sull’attendibilità delle dichiarazioni fornite dalla persona offesa e la sua capacità a rendere testimonianza.
I genitori, esercenti la potestà genitoriale della ragazzina sono assistiti dagli avvocati Claudio Mangia e Ilaria Galati. L’imputato, invece, è difeso dall’avvocato Alessandra Bleve.