di Claudio Tadicini
LECCE – Ombrelloni distanziati di almeno tre metri, corridoi riservati ai bagnanti per arrivare in acqua e spiagge meno affollate. E tanto mare per tutti, ma senza grandi affollamenti.
Il noto virologo e scienziato di fama mondiale Giulio Tarro condivide appieno le contromisure che gli imprenditori balneari di Porto Cesareo, nel Salento, stanno sperimentando in questi giorni, per consentire di salvare la stagione estiva e permettere a chiunque di godere del mare, anche ai tempi del Covid-19.
Professor Tarro, l’estate è ormai alle porte e qui nel Salento arriva sempre prima, rispetto ad altre zone d’Italia. A Porto Cesareo, gli imprenditori del settore balneare hanno pensato ad ombrelloni distanziati: la ritiene una misura sensata? E l’alternativa della “gabbia” in plexiglass?
“Quella di distanziare gli ombrelloni è una scelta molto sensata, oltre ad essere anche una scelta intelligente. Certamente non possiamo pensare all’altra soluzione, cioè alle postazioni in plexiglass, che in estate diventerebbero dei posti di cottura”.
Come si comporta il virus in estate? È vero che è consigliabile stare di più all’area aperta piuttosto che al chiuso?
“Certamente. D’altra parte lo diciamo a tutti i bambini, che devono essere esposti al sole, alla luce e quindi possibilmente all’aria salubre. Nel caso specifico dobbiamo anche tenere presente quella che è l’esperienza delle latitudini africane: il virus viene bloccato da questioni di clima. Più aumenta la temperatura, meno sarà la sua carica virale. E ciò si presume che succederà anche da noi. Abbiamo avuto l’esperienza con la prima Sars, che è poi effettivamente scomparsa con la primavera, e speriamo che possa accadere lo stesso adesso. In ogni caso, in estate avremo una popolazione che, in gran parte, avrà avuto già contatti col virus e quindi sviluppato i suoi anticorpi. A mio avviso, tutti questi problemi non si paventerebbero”.
Cosa dovremmo aspettarci sulle spiagge italiane nell’estate 2020? Dovremmo mantenere le distanze di sicurezza anche in acqua?
“Sicuramente ci sarà da attendersi spiagge meno affollate, in cui tutti dovranno mantenere una certa distanza. Tutto ciò servirà soprattuto all’inizio, quando saremo appena fuori dalla fase 2. Il virus resiste anche in acqua? Non è il posto per lui, non sopravvive. Non ci sarà alcun problema in acqua, perché la salsedine e l’acqua di mare non sono terreni di coltura per il virus. Per questo motivo, una volta in acqua non ci sarebbe motivo per mantenere le distanze di sicurezza: in mare ci serviranno le maschere da sub, non certo le mascherine”.
Quindi è consigliato andare al mare?
“Assolutamente sì”
Ritiene che le misure restrittive adottate dal governo siano state utili? O sarebbe stato meglio qualcosa di più blando?
“Il rigore che è stato adottato è stata una scelta politica, che poteva essere giusta sotto certi aspetti, considerando che una qualsiasi malattia infettiva ha come principio di isolare il paziente e fare la quarantena, così come accaduto con epidemie storiche, di manzoniana memoria. Abbiamo visto che, altrove, questo sistema non è stato utilizzato oppure è stato utilizzato in modo diverso: basti pensare alla ricetta israeliana di isolare gli anziani e fare circolare i giovani. Proprio come si parlava in Inghilterra dell’immunità di gregge. Si sarebbe potuto proteggere le comunità esposte al virus, anziani e persone affette da altre patologie, considerando la mortalità del Covid-19 in questi soggetti.
(continua)