SALENTO – La vendita di un terreno in un’asta mette nei guai due avvocati. Ci sarebbe un flusso di denaro illecito dietro l’accordo tra due legali del Foro di Lecce finalizzato ad agevolare un soggetto estromettendo il concorrente nell’acquisto di un terreno poi finito all’asta. E i nomi dei professionisti sono confluiti in un avviso di conclusione delle indagini preliminari a firma del pubblico ministero Paola Guglielmi in cui compaiono altri tre indagati: padre e figlio acquirenti del terreno e il soggetto estromesso, tutti accusati di turbata libertà d’incanto.
A fornire l’input alle indagini è stato un esposto-querela presentato da M.S.G., 53enne residente in un comune del circondario di Gallipoli, proprietaria del terreno. Si è presentata presso la caserma della Guardia di Finanza di Gallipoli e, con un file audio registrato nel bar degli acquirenti del terreno in cui sarebbe stata raccolta la “confessione”, ha chiesto di avviare i dovuti accertamenti. I finanzieri hanno così ricostruito quanto sarebbe accaduto nell’asta pubblica del 13 novembre del 2018 tenutasi presso il giudice Alessandro Silvestrini, nell’ambito della procedura esecutiva immobiliare con oggetto il terreno della signora.
Secondo quanto ipotizzato dalla Procura, l’avvocato, procuratore dei due futuri acquirenti, avrebbe consegnato al collega del secondo offerente 100 euro in contanti e un assegno postdatato di 3mila e 800 euro consegnati il giorno dopo, soldi versati per farlo ritirare dall’asta. La signora, da quel che si sa, aveva subìto un’espropriazione immobiliare che ha sottoposto a pignoramento un terreno di sua proprietà. Venuta a conoscenza che, in sede di vendita, i due avvocati avrebbero attuato una serie di azioni truffaldine si è presentata giorni dopo nel bar gestito dai nuovi proprietari del suo terreno per manifestare il proprio disappunto per le modalità, a suo dire, irregolari nella partecipazione all’asta e nella successiva aggiudicazione dell’immobile. Irregolarità che, stando all’esito delle indagini, sarebbero state confermate nel corso della conversazione registrata dalla signora.
M.S.G. si è così presentata in caserma depositando un cd-rom sul quale erano memorizzati i due files relativi alla registrazione fonografica estrapolata dal suo cellulare con i colloqui intrattenuti nel bar. Tra i file registrati con il cellulare e i file che stanno su cd ci sarebbero delle discrepanze differenze così come rilevato dall’ingegnere informatico Luigina Quarta.
E sulla scorta delle indagini condotte dai finanzieri la Procura ha chiuso le indagini a carico dei due avvocati, di padre e figlio acquirenti dell’appezzamento di terra e dell’offerente poi defilatosi. L’avviso di conclusione non rappresenta un verdetto di colpevolezza. Tutti gli indagati avranno ora modo di replicare alle accuse nei prossimi 20 giorni. Così come ha già provveduto uno dei due legali “avvisati” che, assistito dall’avvocato Giuseppe Bonsegna, ha depositato una memoria difensiva. Il secondo legale, invece, è difeso dall’avvocato Giuseppe Corleto. Nel collegio difensivo, anche gli avvocati Rita Ciccarese e Laura Pisanello.