GALLIPOLI (Lecce) – Da Taranto aveva trovato lavoro come pizzaiolo in un ristorante di Gallipoli. E per non fare il pendolare il datore gli aveva anche consentito di vivere in un immobile di sua proprietà. Alla scadenza del rapporto di collaborazione, però, il pizzaiolo si sarebbe vendicato nonostante gli fossero stati corrisposti tutte le mensilità e anche il tfr. E ora è stato denunciato per una serie di ritorsioni sfociate in un messaggio orribile inviato alla figlia minore del suo datore di lavoro. Stalking e deturpamento e imbrattamento di cose altrui le accuse messe nero su bianco dall’avvocato Alessandra Luchina che ha depositato una denuncia-querela per conto del legale rappresentante
Il pizzaiolo era stato assunto con regolare contratto di lavoro a tempo parziale e determinato dal 14/02/2020 al 30/09/2020 poi prorogato fino al 31 dicembre sempre 2020. E per permettergli di rimanere in loco senza fare su e giù da Taranto il datore di lavoro gli avrebbe consentito di vivere in un suo appartamento senza pagare alcun affitto. Alla scadenza del contratto, l’imprenditore avrebbe provveduto ad appianare qualsiasi pendenza sia in riferimento allo stipendio quanto al TFR. L’ormai ex lavoratore, però, avrebbe iniziato i dispettucci. Anzi veri e propri dispetti. Non avrebbe consegnato le chiavi dell’immobile nonostante le insistenze e quando il suo datore di lavoro si è recato in quella che, a tutti gli effetti, era casa sua ha trovato stanze e mobili danneggiati. L’ex inquilino aveva riempito qualsiasi bene con farina, maionese, mozziconi di sigaretta, caffè e altro. Le ritorsioni, però, sarebbe scivolate anche nell’intimo e sul personale.
Dopo aver firmato l’accordo sindacale, il pizzaiolo avrebbe scattato una foto del suo datore di lavoro pubblicandola su Instagram corredata giorni dopo con la musica di Arsenico Lupin in sottofondo. Il culmine, però, è stato raggiunto nella giornata di domenica 11 aprile 2021 quando il pizzaiolo avrebbe inviato un sms alla figlia dell’imprenditore con su scritto: “Ciao zingari morti di fame, ma non avete niente di meglio da fare che guardare me. Ebrei e tubercolosi, ciao… tra un po’ ti vedremo su You Porn”. E mercoledì 14 aprile avrebbe infine postato su Instagram una storia in cui la moglie del suo ex datore di lavoro avrebbe utilizzato una burrata in piena pandemia, già utilizzata per altri clienti.
Niente di più falso. Non essendo aperti la coppia ne avrebbe approfittato per rivisitare il menù e realizzare video mentre le burratine sarebbero state portate a casa per mangiarle non essendo aperti al pubblico o lavorando con l’asporto. Alla denuncia (depositata presso il Commissariato di Gallipoli) sono stati allegati il contratto di lavoro; la proroga dello stesso; il tfr con tanto di bonifico; l’accordo sindacale; un video dell’immobile e le foto su Instagram. Insomma gli investigatori hanno a loro disposizione l’intero materiale per poter avviare i dovuti accertamenti e tirare le somme in tempi relativamente brevi.