TUGLIE (LECCE) – “Il segreto della felicità è quello di vivere momento per momento e di ringraziare il Signore per tutto ciò che nella sua bontà ci manda ogni giorno”, scriveva Santa Gianna Beretta Molla. Oggi ricorre la commemorazione liturgica della santa, canonizzata da Giovanni Paolo II nel 2004 col titolo di “Madre di famiglia”, ma il 2022 è anche l’anno del centenario della sua nascita e la cittadina di Tuglie, che ospita la Fraternità Oblate dei poveri Santa Gianna, si è preparata a lungo per festeggiare con devozione tale ricorrenza: ieri sera si è tenuto, presso il teatro comunale, un incontro sulle testimonianze che ruotano attorno a colei che, affetta da un tumore all’utero, preferì rinunciare alla propria vita per non rischiare di strapparla alla creatura che portava in grembo. La “lectio”, moderata dall’avvocato Francesco Cavallo, ha visto la partecipazione del Vescovo della diocesi di Nardó – Gallipoli, Fernando Filograna, di suor Maria Ratta e di un’ospite molto attesa: la scrittrice e giornalista Rai Vaticano, Costanza Miriano. E come in un coro pastorale, tutto il paese ha preso parte all’iniziativa della Fraternità Santa Gianna, dalla parrocchia Maria SS. Annunziata agli scout, ai cittadini, all’amministrazione comunale. Il sindaco Massimo Stamerra ha ringraziato le Suore della Fraternità: «Quello che le nostre suore hanno organizzato stasera è niente rispetto allo straordinario lavoro che fanno quotidianamente e silenziosamente per la nostra comunità».
Decima di 13 figli, Santa Gianna studiò medicina, era una pediatra che negli anni del secondo dopoguerra mise a servizio le sue competenze con la dedizione di chi giorno per giorno affianca la vita familiare alla vita consacrata. Ciò che colpisce di Santa Gianna, come ha ricordato Suor Maria, è il suo essere stata una donna gioiosa, sobria e al contempo appassionata della vita, della natura, dell’arte, del teatro, dello sci, della musica, della moda. Nonostante il tumore (diagnosticatole durante la gravidanza) fosse benigno, delle complicanze la portarono a scegliere fra la sua vita e il donare la vita: morì dopo 8 giorni di agonia.
«Al di là della scelta eroica di morire per il bambino in grembo, è notevole il coraggio di lasciare gli altri figli piccoli, mossa dal progetto di Dio – ha commentato la giornalista Costanza Miriano – Quasi nulla dipende da noi e questa forza Santa Gianna l’ha avuta perché lei aveva già consegnato la sua vita a Gesù, aveva deciso già prima: “io non sono Dio per decidere se devo vivere io o il bambino. Se Dio ha voluto così, chi siamo noi per decidere diversamente?”Imparare a vivere questa vita consegnata secondo me è proprio il segreto della vita cristiana.
Un’altra cosa che mi colpisce molto di Santa Gianna è il lavoro di ascesi che ha fatto su di sè ben prima di sposarsi: il lavoro di conversione consiste anche nel decidere di non ascoltare solo la propria voce. La fede è decidere che noi non siamo il metro ultimo della verità, neanche su noi stessi, ma ascoltare Qualcun altro: il giudizio su di te, sulla realtà, sulla tua vita non te lo dai da solo, seguendo emozioni, sogni, pensieri irrazionali o reazioni automatiche alle cose ma il giudizio è la parola di Dio, lo sguardo di Dio sulla nostra vita e questa è la conversione. “Porgi l’altra guancia” vuol dire “interrompi la reazione istintiva all’offesa, non ti mettere sulla stessa lunghezza d’onda, ferma la reazione automatica alle cose”. La fede è prendere un punto fermo col quale misurare quello che sentiamo e c’è un lavoro dietro: credo che la preghiera serva proprio a questo, a sostituire questa voce di fondo con la voce di Dio e la Parola di Dio è decidere che c’è un Assoluto, che è la mappa della felicità per stare bene al mondo. Io conosco persone che si sono giocate la vita su una parola, su un versetto del Vangelo, che ci hanno scommesso veramente e quando cominci a vedere che funziona veramente è una svolta, si può cominciare a vivere diversamente».
Tuglie ha accolto con molto entusiasmo Costanza Miriano: la scrittrice, con dolcezza, carica iper-femminile, ironia, ma soprattutto tanta preparazione, riesce ad avvicinare molti “erranti” alla preghiera. Sa accogliere tutti, anche se si tratta di fare un lungo firmacopie e ha l’aereo alle 4 di notte del giorno seguente, perché non resiste nel consigliere i dubbiosi (che tra le altre cose è la prima opera di misericordia spirituale). I suoi libri sono avvincenti, sfatano il mito del cattolico praticante = sfigatello col maglioncino infeltrito. E se esiste una litania alla Madonna Immacolata che invita a non lasciarsi abbagliare dal “lusso smodato, rovina delle anime e delle famiglie”, Costanza Miriano è l’emblema di come si possa essere cristiani senza per questo rinunciare ad essere alla moda, proprio come Santa Gianna, che si faceva portare dall’America la rivista “Vogue”.
L’entusiasmo si è letto anche negli occhi gioiosi delle suore di Santa Gianna, che hanno visto in Costanza Miriano una nuova amica per cui pregare.
Infine, il Vescovo Mons. Filograna ha concluso: «Questa sera possiamo tornare a casa più sereni e più ricchi, perché abbiamo capito che possiamo diventare santi anche con tutti i difetti che registriamo e soprattutto che santi non si diventa mai da soli. Il Signore ha pensato a noi come capolavori e ci ha dato tutte le grazie necessarie e messo accanto tutte le persone che occorrono per diventare santi, anche quelle che non sappiamo apprezzare: nella sua provvidenza le ha pensate in modo perfetto, per aiutarci a diventare santi e quindi per riscoprire in chi ci è accanto non un antagonista o un ostacolo ma un dono». L’incontro è terminato con la benedizione del vescovo e con la sua esortazione a leggere gli scritti di Santa Gianna, per la crescita spirituale di ognuno.