LECCE – Non è andata come squadra e tifosi giallorossi speravano, domenica non c’è stato l’allungo, un punto a testa per Lecce e Spezia non ha cambiato molto, più significativa è stata invece la sconfitta del Verona (3-1 con l’Atalanta), che ha riportato gli scaligeri a stare nella zona rossa, dove il Lecce quest’anno non c’è mai stato se non nella seconda giornata di campionato (il 28 agosto, dopo il pareggio con l’Empoli nel era già fuori, e fuori ne è rimasto, per ironia della sorte è sempre il 28, ma questa volta di maggio, che potrebbe sugellare questo percorso).
E’ obiettivamente vero che nelle partite dal sapore decisivo (il Lecce non ha vinto uno scontro diretto in casa), la squadra di Baroni si è dimostrata timorosa, in affanno, a volte distratta e comunque non pungente; per poi avere lo spirito rivoluzionario con le grandi squadre, partite nelle quali la “Banda Baroni” ha dimostrato coraggio, sicurezza, idee, freschezza, come fosse libera da condizionamenti emotivi. “La pressione fa perte del nostro lavoro – ha spesso dichiarato Baroni – ma è un lavoro che ci piace, bisogna fare in modo che questa pressione si trasformi in grinta i campo”.
Ed è questo probabilmente il passaggio che il Lecce fa fatica a fare in maniera compiuta. La squadra più giovane del campionato ha cominciato il suo percorso a luglio, con una rosa rivoluzionata: nuovi giocatori, nuove approcci, lingue diverse.
La scommessa era quella di riuscire a mettere tutto in un calderone e poi dipanare la matassa, trovare i nodi e scioglierli con pazienza e dedizione, facendo attenzione a non strappare il filo. Baroni durante l’impervio percorso del campionato, anche nei momenti più bui, ha avuto attenzione a tutelare ogni singolo giocatore: “So che ci sono giocatori per noi importanti, ma non mi piace parlare di uno solo – ha sempre detto – la nostra forza è nel gruppo”.
E’ questo il delicato compito che ha avuto – e ha – mister Marco Baroni, abituato a pensare a quello che ha a disposizione, senza lamentarsi di ciò che manca (e che manchi qualcosa è possibile).
Ci sono ancora due giornate, poi il campionato sarà terminato. Il Lecce con una vittoria a Monza potrebbe tirare un grosso sospiro di sollievo; un pareggio, invece, rimanderebbe il verdetto all’ultima di campionato, al Via del Mare con il Bologna.
Per il percorso che ha fatto, per le difficoltà affrontate, per la capacità di sopperire alle esigenze di un campionato difficile, fatto di squadre con valori assoluti e con turni infrasettimanali ravvicinati, “il Lecce merita di salvarsi”, a dichiararlo nel post gara di Lecce-Spezia, è il centrocampista Blin che in quella partita ha sostituito, spostandosi al centro della linea mediana, il capitano Hjulmand (infortunato):
“Quando siamo ripartiti all’inizio del campionato, la squadra ha cambiato totalmente faccia e doveva ritrovare qualcosa per fare gruppo… Abbiamo anche tanti stranieri e abbiamo lavorato duramente per arrivare a questo punto qui. Secondo me per questo il mister ha detto che è orgoglioso di questo spirito, perché non abbiamo mai mollato nei momenti difficili e quindi fino alla fine dobbiamo avere questo spirito e se guardiamo il campionato per intero, noi meritiamo di salvarci”.
Intanto per la partita sul campo del Monza (domenica ore 15.00) il Lecce dovrebbe poter contare sul rientro di Hjulmand e sicuramente su quello dello squalificato Banda.
Il Verona giocherà in casa con l’Empoli alle 12.30 domenica 28; lo Spezia ospiterà il Torino alle 15.00 sabato 27.
Il tema della mancata contemporaneità delle partite di campionato a 180 minuti dalla fine dello stesso (partite che chiamano in causa squadre in lotta per gli stessi obiettivi) è inevitabilmente acceso.
Anche mister Leonardo Semplici dopo Lecce-Spezia, lo aveva sottolineato.
Una questione di equilibri che meriterebbero di essere tutelati quando il destino di alcune squadre è appeso a una manciata di punti, a volte anche di uno solo… perché senza contemporaneità si rischia di sbilanciare la contesa.
Ma questa è un’altra storia.