LECCE – Tra gli indagati a piede libero nell’inchiesta condotta dalla Procura di Potenza compare anche il giudice della sezione Commerciale e Fallimentare Alessandro Silvestrini, uno degli aspiranti candidati alla presidenza del Tribunale di Lecce per il quale il gip aveva chiesto gli arresti domiciliari. Gli inquirenti avevano sollecitato il carcere per il giudice Pietro Errede, l’avvocato Alberto Russi, e per Massimo Bellantone. Nelle carte dell’inchiesta, il nome di Silvestrini viene inserito in un episodio di corruzione in atti giudiziari con il commercialista Massimo Bellantone.
Sulla scorta dell’impostazione accusatoria, Bellantone si sarebbe prestato ad accettare di sponsorizzare nel campo politico la nomina di Silvestrini alla presidenza tramite i membri laici in cambio di una “preminenza” negli incarichi e nelle consulenze da parte del Tribunale. Nell’ordinanza, il commercialista avrebbe interpellato il senatore della Lega Roberto Marti e si sarebbe impegnato a contattare direttamente il leader della Lega Matteo Salvini e Rocco Casalino per conto del Movimento 5Stelle.
Sempre lo stesso Bellantone avrebbe chiesto all’ex sindaco di Carmiano, l’imprenditore Giancarlo Mazzotta, esponente di Forza Italia, di avvicinare altri politici, sempre per lo stesso obiettivo. Ad ogni modo, il giudice ha rigettato la richiesta per Silvestrini. Nell’ordinanza ci sono alcune intercettazioni: “Sto andando con Roberto (senatore Roberto Marti – questa sera mi vedo con Paganella, che mi deve organizzare l’incontro per domani direttamente con Salvini” spiega Bellantone in una conversazione intercettata. Silvestrini risponde: “Quindi mi chiamate e io vengo…Si io prendo la macchina e fino alle due arrivo, al limite”. Oltre che per Silvestrini la misura dei domiciliari era stata richiesta anche per Giuseppe Evangelista e Antonio Casilli.